Il verdetto è una mazzata: la doppia squalifica non si è fatta attendere a causa del doppio tentativo di combine. Ecco cosa è successo.
Sono settimane intense per la Procura Federale, costretta a sciogliere i diversi nodi che si stanno materializzando senza soluzione di continuità. L’ultimo verdetto del Tribunale Nazionale della FIGC è clamoroso e purtroppo rievoca i tristi ricordi di una vicenda che sembrava essere stata definitivamente messa da parte.
La partita oggetto del verdetto è Matese-Chieti, valida per l’ultima giornata del Campionato di Serie D (Girone F) disputata il 21 dicembre e vinta 2-0 dai padroni di casa. Il Chieti aveva infatti presentato un esposto alla Procura Federale dopo che alcuni calciatori erano stati avvicinati da Palmisano (ex attaccante proprio dei neroverdi) che aveva proposto loro di combinare la partita per farla terminare in parità. Palmisano, infatti, avrebbe parlato con il difensore della Matese, Vittorio Nocerino, per “sistemare” il risultato ad hoc.
Matese-Chieti, doppia squalifica UFFICIALE: il tentativo di combine costa carissimo
La vicenda si è conclusa con una doppia squalifica. All‘avvio delle indagini scattate a seguito della denuncia del Chieti, infatti, ha subito fatto seguito il deferimento da parte della Procura Federale. La sezione Disciplinare del Tribunale Federale Nazionale, presieduto dal dottor Carlo Sica, ha poi emesso la sentenza definitiva.
Palmisano ha ricevuto un squalifica di quattro anni. Pena più “morbida” per Vittorio Nocerino, che è stato invece squalificato per 9 mesi. “Il Centro” fornisce ulteriori ragguagli sulla vicenda. I compagni di Palmisano, infatti, informarono prontamente i dirigenti del Chieti che si trovava in ritiro nei pressi di Piedimonte Matese. L’attaccante venne escluso dalla gara e poi ceduto al Mola nella sessione invernale di calciomercato. Match che invece Nocerino disputò da assoluto protagonista, riuscendo a sventare diverse occasioni importanti, meritandosi anche la palma di uno dei migliori della partita. Per dovere di cronaca occorre aggiungere che Matese e Chieti, comunque, sono state giudicate assolutamente estranee alla vicenda.