È arrivato il verdetto di primo grado che incastra il giocatore del Monza, i cui legali si sono detti dispiaciuti per la sentenza del giudice
Il mondo del calcio italiano continua ad essere scosso da nuovi terremoti che stanno cambiando il volto della Serie A. A inizio anno è stata la Juventus a sorprendere tutti con la Procura di Torino che ha aperto un’indagine per le plusvalenze fittizie messe a bilancio dai bianconeri. La decisione del giudice inizialmente aveva previsto una penalizzazione di 15 punti che ha portato il club fuori dalla corsa Champions.
L’ultima sentenza del 19 aprile, però, ha riassegnato i punti al club di Max Allegri, che è tornato al terzo posto del tabellone. Sempre i piemontesi, però, sono finiti sotto la lente della giustizia italiana a causa della manovra stipendi. Questi, invece, che essere stati annullati sono stati solo posticipati, con i torinesi che sperano di conoscere il destino anche di questo nuovo filone di indagini.
Sulla stessa riga della Procura di Torimo, anche altre di diverse città della Penisola hanno deciso di aprire indagini sulle squadre di riferimento. Queste indagini, però, non fanno parte dello stesso filone e sono tutte a sé stanti. Anche quella di Roma ha deciso di mettere sotto controllo i conti dei giallorossi, con Dan Friedkin che si è detto tranquillo visto che la nuova proprietà non ha niente a che vedere con quanto successo in passato. Né Tiago Pinto, né nessun’altro dell’attuale staff dirigenziale ha effettuato movimenti che rientrano in questi studi.
Stavolta a scuotere i tifosi che stanno aspettando la fine della 33ª giornata è stato Armando Izzo, che ieri è riuscito a costringere la Roma al pareggio con il suo Monza. Grazie a una rete di Caldirola, infatti, i biancorossi sono riusciti a siglare l’1-1 che ha permesso al club di guadagnare un punto.
Proprio sul difensore centrale, la società di Galliani e Berlusconi ha pubblicato un comunicato ufficiale in cui sostiene che l’ex Torino è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione camorristica e frode sportiva. La società esprime la sua vicinanza al giocatore, convinta della sua estraneità all’ambiente criminale. Un duro colpo per il club e per il giocatore, i cui legali aspettano di conoscere le motivazioni per presentare l’appello.
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