Atalanta-Roma, triplice fischio al Gewiss Stadium
Si è da poco concluso il monday match di Bergamo, chiosante una trentunesima giornata che aveva già regalato emozioni ed elargito preziose informazioni nel corso del fine settimana. La vittoria in extremis del Napoli sul campo della Juventus ha sovvertito un risultato che ha vissuto tante oscillazioni nei minuti finali e consacrato quasi ufficialmente la compagine di Spalletti come vincitrice del tricolore.
Un risultato, quello di Torino, che ha comunque sorriso ad una Roma vistasi arretrare di una posizione dopo la restituzione dei quindici punti ai bianconeri, divenuti nuovamente concreta competitors per un posto in Champions League, in attesa di eventuali novità in casa Juventus nelle prossime settimane. Se a ciò si aggiungono le rotonde vittorie di Inter e Milan contro, rispettivamente, Empoli e Lecce, si comprende bene come la trasferta odierna assumeva per gli uomini di Mourinho un valore di importante discriminante.
L’obiettivo di Pellegrini e colleghi resta quello di strappare un pass per la prossima Champions League e i novanta minuti di stasera rappresentavano anche un possibile pretesto per cercare di tenere a debita distanza un’Atalanta apparsa pericolosa ma reduce da un periodo di non poche difficoltà.
Le insidie erano certamente non sconosciute, non solo in nome dello spessore dell’avversario ma anche dell’importante dispendio di energie, servito ad El Shaarawy e colleghi ad approdare nelle semifinali di Europa League. Le assenze di Smalling e Wijnaldum, unitamente a rotazioni necessarie, hanno certamente impattato sulle scelte di Mourinho, la cui compagine ha concluso la prima frazione di gioco in modo attento ma con la disattenzione difensiva costata il gol dell’uno a zero per Pasalic.
Gli eventi principali hanno poi interessato lo spezzone centrale e finale di gara, contraddistinta dal raddoppio dell’ex, Toloi, che sembrava aver chiosato definitivamente la partita. Il gol di Pellegrini ha assunto il breve sapore illusionista, riaccendendo una gara che è stata poi spenta dallo sfortunato errore di un Rui Patricio apparso fino a quel momento sempre sul pezzo.
ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio 3; Llorente 5.5, Mancini 6, Ibanez 4.5; Celik 5, Bove 6, Cristante 6, Zalewski 5.5; Solbakken 6, Pellegrini 7; Abraham 5.5
Da registrare la rivoluzione di Mourinho al minuto 64′ caratterizzata dal passaggio alla difesa a quattro.
Spinazzola 5.5, El Shaarawy 5.5, Dybala 6 e Matic 6 Belotti 6.5
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