Esonero e addio Chelsea, Mourinho aveva già ‘avvisato’ tutti. E intanto la posizione di Potter a Londra vacilla ancora di più.
Abbiamo spesso evidenziato l’importanza dell’avere un personaggio come Mourinho sulla panchina e, più in generale, in un ambiente di lavoro che non può non risentire dell’enorme fascino e anelito alla vittoria di una figura del suo calibro. Seppur macchiata da diverse problematiche, la gestione dello Special ha fin qui restituito la grandezza che da sempre lo caratterizza e che, sin dal primo momento, il portoghese ha cercato di imprimere anche alla squadra e al club dei Friedkin.
Cosa sarà di lui non è ancora cosa chiara anche se, giusto sottolinearlo, i tifosi giallorossi sanno bene quale sia la strada ideale per continuare a far bene. Al netto di qualche malumore nato per alcune questioni e in seguito alla gestione di situazioni non sempre condivisa dalla piazza, il mondo Roma tutto sa bene del valore di chi non a caso si è meritato da anni l’etichetta di Special, sperando possa continuare ad accompagnarlo anche all’ombra del Colosseo per tanto tempo ancora.
La preoccupazione più importante, al giorno d’oggi, è rappresentata da una serie di piccoli avvisi dietro i quali, i più timorosi e pessimisti, avrebbero visto una sorta di apparecchiatura per un exit plan a fine anno. Non sta a noi certamente decifrare il modus operandi del tecnico, da sempre bravissimo a esporsi con chiarezza o, comunque, ad agire al fine di perseguire il proprio bene e quello del club che rappresenta.
A far paura, poi, è anche la posizione vacillante di Graham Potter sulla panchina del Chelsea, alla luce di una serie di risultati infausti che non stanno permettendo al club Blues di togliersi soddisfazioni quantomeno proporzionate alla quasi miliardaria campagna acquisti invernale di Boehly.
Come più volte documentatovi, a Londra gradirebbero non poco un terzo ritorno di Mourinho, considerato dai più come personaggio ideale per risollevare le sorti di una piazza a lui ben nota. Ciò che sarà potrà dirlo solo il tempo. Ad oggi, basti il sottolineare l’ennesima grandezza di Mou, distintosi non poche volte anche per una sorta di visionarietà profetica, soprattutto ai tempi della Premier.
Le parole su Arteta anni fa circa il valore che lo spagnolo avrebbe dato ai Gunners assumono una valenza ben concreta, seppur a distanza di tempo. Su questa stessa falsariga, come ricorda anche Football.London, si legga anche quella sorta di ‘profezia’ fatta da Mourinho nel 2019.
Con riferimenti all’allora tecnico Blues, Frank Lampard, il portoghese si era così pronunciato. “Quando inizi ad accettare le sconfitte solo perché la tua squadra ha giocato bene e solo perché i tuoi giocatori hanno dato il massimo, una prestazione di cui andare fieri. Penso che quando ti ci abitui, è allora che i grandi club smettono di essere grandi club“.
Posizioni chiare quanto nette, assumenti, soprattutto in un momento del genere, un valore ancora più importante se attualizzate a mister Potter. Dopo la sconfitta con il Tottenham, il commento dell’imputato numero uno per le difficoltà dei londinesi ha così parlato: “Mi piacciono molto questi giocatori, sono bravi ragazzi. Vogliono fare meglio e vogliono vincere Ma al momento stiamo soffrendo e questa è una mia responsabilità“.
In tale ottica, le esternazioni di Mou assumono un valore oscillante tra il monito e la profezia, in attesa di un futuro che per Potter sembra ormai segnato, a differenza dell’enigma José che potrebbe intrecciarsi proprio con quello Graham.
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