Cremonese-Roma, Mourinho ha parlato in questi minuti dopo la pesante sconfitta contro gli uomini di Ballardini.
I presupposti della partita odierna lasciavano sottintendere come le difficoltà fossero ben più importanti rispetto a quanto potesse emergere dal nome dell’avversaria.
Al di là dei richiami alle prestazioni della Cremonese in Coppa Italia e, in particolar modo, a quello scacco imposto da Ballardini a Mourinho meno di un mese fa, la squadra giallorossa percepiva certamente la responsabilità di dover dare degna prosecuzione al cammino felice di queste ultime settimane nonché di sfruttare le difficoltà dell’Inter e la caduta dell’Atalanta a Milano.
Se si esclude il Napoli, infatti, in questo campionato i dubbi sembrano riguardare qualsiasi regione di classifica, alla luce di una compressione delle distanze che colloca Pellegrini e compagni in una zona nobile ma al contempo densa di squadre pronte a darsi battaglia per le tre posizioni alle spalle della compagine di Spalletti.
Se a ciò si aggiunge anche la prossimità di Roma-Juventus, si comprende bene come la partita di oggi pomeriggio avesse un valore certamente non poco nobile. A tal proposito, dunque, non sfuggano le parole spese da José Mourinho qualche minuto dopo il triplice fischio.
A seguire le dichiarazioni di Mourinho, abbraccianti una molteplicità di fattori, legati al risultato, ai cambi e non solo. Queste le sue esternazioni sulle questioni squisitamente di gioco.
“La scusa della stanchezza non esiste. Abbiamo giocato giovedì e oggi è martedì. Siamo stati sfortunati nel senso che abbiamo concesso due gol con una palla e mezza. La responsabilità è nostra. Abbiamo peccato di intensità e di voglia di aggredire la partita per chiuderla subito. I giocatori della Roma vogliono sempre vincere e non è vero che abbiamo dato meno della Cremonese ma sembrava che loro stessero giocando la partita della vita. Non meritavamo comunque di perdere e nemmeno di vincere. Abbiamo pensato tutti noi che potessimo vincere dopo Spinazzola e abbiamo perso una gara che comunque non era giusto perdere“.
Lo spezzone più caldo interessa però il momento relativo all’espulsione, così commentato anche in ottica di Roma-Juventus e l’atteggiamento del quarto uomo Serra. “C’è gente che mi conosce da tempo. Sono emozionale ma non sono pazzo e per avere una reazione è perché è successo qualcosa. Devo capire se posso fare qualcosa dal punto di vista legale perché piccinini mi ha espulso ma il quarto arbitro gliel’ha suggerito, il quale non ha il coraggio di dire cosa mi ah detto e come mi ha trattato e che è stato alla base della mia reazione. Devo capire se esista dimostrazione di audio: non voglio entrare nella questione del fatto che sia di Torino e non mi voglia contro la Juve in panchina”.
“Dopo sono entrato nello spogliatoio dell’arbitro: Piccinini era quarto arbitro quando venni espulso un’altra volta. Mi ha visto chiedere tante scuse all’arbitro e adesso mi ha visto entrare e chiedergli di essere onesto e dire cosa sia successo. Ha avuto problemi di memoria e se n’è dimenticato. Preferisco tacere su cosa abbia detto. È un peccato che sia successo questo con arbitro Serra. Magari in campo ha una dimensione incredibile alla Rizzoli o Collina ma come persona lo rispetto tanto quanto lui rispetti me“.
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