La Roma nelle prossime sessioni di mercato dovrà continuare a rispettare i paletti imposti dalla Uefa. Mourinho sempre inquieto.
Il primo anno si è concluso in maniera positiva, con la vittoria della prima edizione della Conference League. Adesso José Mourinho vorrebbe ulteriormente alzare l’asticella e avere a disposizione una rosa maggiormente di qualità. Ambizioni di crescita, però, che cozzano con i paletti imposti dalla Uefa.
Il club, come noto, a settembre ha sottoscritto un “settlement agreement” con durata fino al 2026 che obbligherà il direttore generale Tiago Pinto a rispettare una serie di parametri in sede di mercato. Condizioni che, di fatto, riducono il margine di manovra del manager giallorosso e rendono quanto mai complicato portare nella capitale top player ed elementi in grado di potenziare in maniera concreta il gruppo.
Ogni operazione, come spiegato di recente dallo stesso Pinto, va quindi studiata nei minimi dettagli al fine di evitare possibili sanzioni da parte dell’organismo presieduto da Aleksander Ceferin. Una multa da 5 milioni è già stata comminata. Una cifra, questa, che la Uefa preleverà dai premi provenienti dalla qualificazione alle coppe europee. Altre ammende, per un totale di 30 milioni, arriveranno invece in caso di nuove violazioni al regolamento del Fair Play Finanziario.
Stando così le cose, per la Roma sarà complicato rispettare il piano di potenziamento della squadra concordato a maggio 2021 con il mister originario di Setubal e allestire una rosa maggiormente competitiva ai livelli più alti. A pensarla così, ad esempio, è il direttore de ‘Il Corriere dello Sport’ Ivan Zazzaroni.
“Il guaio è che i programmi concordati dai Friedkin con Mourinho al momento della firma del contratto erano assai diversi – crescita progressiva e alta competitività al terzo anno – è già allora si sapeva che la società avrebbe dovuto affrontare restrizioni importanti”. Il confronto decisivo tra le parti andrà in scena al termine della stagione. Da una parte il tecnico che, nell’occasione, tornerà a chiedere alla proprietà di investire e mantenere le promesse fatte a suo tempo. Dall’altra, gli imprenditori statunitensi per i quali la priorità consiste nel tenere sotto controllo le finanze del club ed evitare altre sanzioni. Il futuro del portoghese, finito nel mirino di varie nazionali nelle scorse settimane, continua ad essere un rebus di difficile risoluzione. A Pinto l’arduo compito di mediare ed evitare strappi.
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