“Chiedo scusa per aver informato solo stamattina della conferenza stampa, ma eravamo nel mezzo di una trattativa. Di Mourinho sono cose di cui parliamo tra noi, sono temi che c’entrano col club. Zaniolo? Non mi nascondo. Penso che potevamo prendere più soldi e la prova è che una settimana fa avevamo un’offerta più grande ma con tutto quello che è successo siamo arrivati a questa soluzione che è comunque non è male per entrambe le parti”.
Subito dopo questa domanda, a Pinto ne è stata fatta un’altra in merito alle parole di Mou dopo la gara contro la Cremonese: “Anche se spesso si cerca il conflitto tra me e il tecnico è normale che puoi vedere nelle sue e nelle mie parole questo conflitto. Noi lavoriamo per il bene della Roma insieme, pranziamo sempre insieme. Non giochiamo in squadre diverse. Quando tu parli di giocare ogni tre giorni. secondo me non è coincidenza che nelle ultime tre stagioni in Italia, chi ha vinto il campionato è uscito presto nelle competizioni europee. Penso che c’è da fare tanto lavoro per tutelare le squadre che giocano in Europa. Vediamo che succede con Atalanta e fiorentina quando giocano o non giocano. Va oltre la rosa. In Italia con il campionato competitivo così come è non è facile fare tutte le partite. È un campionato con 38 partite e 20 squadre. Le partite infrasettimanali ci portano dei problemi. Non abbiamo tutti i giocatori che vogliamo sapete i nostri paletti e i nostri limiti ma mai abbiamo preso un calciatore che non voleva Mourinho. Io cerco sempre di avere il consenso, ma è diverso da dire che José o Pinto hanno tutti i giocatori che vogliono perché non è così perché non siamo in grado di fare questo tipo di mercato. Per andare più affondo, io non ho paura di assumere la responsabilità dei giocatori che non hanno fatto bene. Per semplificare il vostro lavoro, tutti quelli che non hanno fatto bene è responsabilità mia. Forse con tanti giocatori ho una visione diversa da voi. Ci sono certi presi per fare la differenza, altri per completare la squadra e altri come progetto a lungo termine. Vina e Shomurodov sono responsabilità mie”.
Tiago Pinto ha poi continuato sul mercato di gennaio in generale e sul possibile sostituto di Zaniolo: “Questo calciomercato non mi soddisfa. Negli altri ho detto che la squadra era migliorata, ora invece non posso dire lo stesso, non mi nascondo. Ci aspettiamo che Wijnaldum possa essere un rinforzo. Ci sono due cose importanti. quella di Zaniolo è stata una situazione difficile perché nonostante le imposizioni della Uefa che abbiamo, se l’avessimo venduto avremmo trovato un sostituto e avremmo migliorato la squadra. Però non ci siamo riusciti, tutto è diventato più arduo. Solbakken ci permette di far capire che questa storia del Fair Play finanziario non è uno scherzo. È importante per la sostenibilità dei club, ma fare mercato così è difficile”. Il general manager ha poi continuato: “Con l’offerta del Bournemouth potevamo fare una squadra migliore. Non ci siamo riusciti e me ne prendo le responsabilità, anche se su alcune cose non posso fare niente. Per me il mercato ha un 20-30% di importanza, mi fido dello staff e dei giocatori, abbiamo una squadra da percorrere. Se Zaniolo se ne fosse andato prima avremo preso un altro calciatore, abbiamo cercato di far tutto in tempi stretti”.
La conferenza è continuata sulla situazione contrattuale di Smalling ed El Shaarawy: “Sono in due situazioni diverse. Chris Smalling può decidere cosa fare, con Stephan è il contrario, tocca a noi scegliere. Entrambi stanno giocando bene, è anche vero che abbiamo contatti con il procuratore di Chris per continuare insieme, ma tutti capiscono che ora abbiamo più tempo per sistemare. Non dobbiamo dimenticarci che la parola del giocatore è importante. Vogliamo continuare insieme, ma penso che tutti capiscono che il mercato è concluso in questi giorni e abbiamo più tempo per sistemare le cose. siamo stati chiari, dopo vediamo che succede”.
La domanda successiva ha continuato sulla strategia di mercato della Roma per i prossimi quattro anni: “La prima cosa è che per un direttore sportivo era più semplice prendere i giocatori. Non è buono per la mia immagine metterci la faccia ogni volta che parlo sul Financial Fair Play. Dico questo perché lo sento e non ho dubbi sul fatto che la Roma sarà un club più solido e avrà un potere sul mercato diverso che oggi non ha. Oggi dobbiamo fare questo percorso, non c’è altro modo. Sono il primo a dire che questo lavoro va fatto. Quando andrò, più che i complimenti e i messaggi su Instagram, via voglio lasciare la Roma in una situazione migliore di come l’ho trovata. Se noi facciamo le cose come le stiamo facendo senza perdere ambizione, perché abbiamo vinto un titolo e siamo terzi, dobbiamo fare questa strada. A gennaio in Italia non si è comprato nulla: questo è un tema del calcio italiano. Non si compete con la Premier League. Sarà sempre difficile essere più forti di altri club, perché vedi che qualsiasi club sotto dal decimo posto in classifica ha più potere economico dei club italiani. Sono fiducioso che se noi facciamo bene quello che stiamo facendo con la proprietà e la Uefa avremo la capacità di avere giocatori da Champions e scegliere i giocatori che vogliamo”. Il gm ha continuato su Mourinho: “È stato il primo a parlare di questa situazione. Anche quando voi volete accendere la conflittualità tra noi due. Non voglio parlare di Zaniolo, ma è ovvio che il rifiuto del Bournemouth ci ha messo in difficoltà anche su questo piano strategico. Dobbiamo raggiungere determinati obiettivi e con quella offerta saremmo stati più vicini. Anche per la qualità tecnica e umana dei giocatori e dell’allenatore della Roma, stiamo riuscendo a raggiungere i piani della Uefa e a fare qualcosa in campo. Era più semplice per me e per la mia figura lamentarmi di e cercare scuse, ma io sono qui per il bene della Roma. Quando andrò via la Roma sarà migliore”.