Addio Zaniolo e nuova avventura al Galatasaray. Arriva l’annuncio sul 22 e su quanto accaduto in questi giorni, con chiari ed espliciti riferimenti anche a Mourinho.
Sono state settimane intense quanto particolari quelle affrontate all’ombra del Colosseo, laddove, fino a qualche tempo fa, difficilmente ci si sarebbe attesi di assistere ad una vicenda Zaniolo, divenuta questione di dibattito quotidiano nonché priorità da risolvere ai piani alti di Trigoria.
L’andamento dei fatti, a poco meno di un mese dalla nascita del caso, appare ormai pressoché chiaro a tutti, con una frattura venuta a nascere tra il giocatore e la Roma, oltre che con un ambiente che, dopo anni di difesa e supporto, si è sentito tradito e abbandonato da uno dei suoi elementi più rappresentativi. Senza tornare troppo sui fatti del passato (seppur recentissimo), presentiamo qui il punto di vista di Gaspare Galasso.
L’imprenditore e amico di Nicolò, adesso in Turchia e vicinissimo al passagio al Galatasaray per il quale manca solo l’ufficialità, ha così parlato ai microfoni di Tv Play di Calciomercato.it. “Abbiamo un rapporto sincero a differenza dei rapporti che di solito ci sono in quell’ambiente, il nostro è un rapporto che va al di fuori del calcio, non parliamo quasi mai di calcio .Penso che stare fuori per un po’ dall’Italia, dove è diventato un bersaglio, possa fargli bene, penso che ora l’importante sia ritrovare la serenità, poi il campo verrà da sé. L’importante è che sia sereno e felice, poi parlerà il campo se è sereno e se è felice”.
Galasso ha poi commentato la vicenda in una prospettiva ben più ampia, esponendosi anche sulla gestione del club Roma e dello stesso Mourinho. “Parliamo sempre di un ragazzo di 22 o 23 anni che, in quanto tale e come tutti, può compiere degli errori. Da qui però a sfociare nelle minacce sotto casa però ce ne passa e si sfocia in altro”.
Sul rapporto e la gestione Mourinho. “Da me si dice che i panni sporchi si lavano in famiglia. Un’altra persona al posto dell’allenatore, che aveva già sbagliato con Karsdorp, avrebbe preso di petto il ragazzo e affrontare il discorso insieme, senza andare a dire dopo che aveva rifiutato la convocazione. In questo modo scateni l’inferno e fai soltanto del male al ragazzo, distruggendolo senza motivo. Questo poi può far degenerare come è successo in situazioni tristi e animalesche come quelle che hanno coinvolto quella minima parte di una tifoseria che è invece spettacolare”.
“Sulla mancata convocazione, dico che è successo tutto tranne che un rifiuto di essere stato convocato. Bisogna comprendere ciò che sta dietro alle delusioni e le cose brutte che hanno trasmesso e fatto male a un ragazzo. Non l’ha messa sul non voglio giocare, non ha puntato i piedi per fare un dispetto ma è stata fatta passare così. L’unica cosa che doveva dire Mourinho, fosse stata una persona umana, è che Nicolò stava passando un momento complicato, che era meglio dargli una settimana di riposo e che per la partita dopo sarebbe tornato in gruppo. Penso abbiano sbagliato tutti, non uno solo”.
“Se fossi il presidente della squadra, chiederei a Mourinho di avere il mio permesso prima di prendere qualsiasi scelta. Tutto quello che c’è là dentro fa parte di un presidente. Va fatta una distinzione profonda tra la Roma e la dirigenza”.
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