Nuovo stadio della Roma e annuncio ufficiale che coinvolge anche la Lazio. Arrivano le parole che fanno grande chiarezza su una delle questioni più discusse nell’etere capitolino, non solo in ambito calcistico.
Si è sovente sottolineato il rapporto necessario che deve venirsi a creare tra club e città, con importanze e influenze reciproche in grado di far crescere entrambe. Il fine ultimo è anche quello di rendere le società specchio dello stato di salute della città stessa ma anche un veicolo che contribuisca allo sviluppo economico. Una sorta di Do ut des che rappresenta da tempo una questione non poco discussa anche all’ombra del Colosseo.
L’importanza della calorosa piazza giallorossa acuisce ancor di più il vigore di tale discorso, in nome di uno stretto legame tra tifosi, squadra e Capitale. Bastino le immagini dello scorso 26 maggio per alludere a questa visceralità accomunante le due componenti e che deve divenire un veicolo per continuare a crescere e migliorare reciprocamente, sotto tanti punti di vista. Il calcio, come sempre, riesce ad accogliere un bacino molto ampio di fruitori, perfettamente rientrante nel corpo di elementi fondamentali per l’osmosi creantesi tra le due componenti citate sopra.
Non è un caso, dunque, che in una piazza come Roma si sia parlato non poche volte dell’importanza del discorso legato alla costruzione del nuovo stadio. Quest’ultima non è comunque da limitarsi alle (sacrosante!) posizioni di chi veda nella costruzione di una nuova struttura un evento giustificato dalla semplice esigenza di ospitare eventi sportivi in impianti più moderni e all’avanguardia.
Il discorso è ben più ampio e abbraccia una molteplicità di fattori economici, sociali e di riqualifica urbanistica che, nel caso della Roma, vanno a tangere il bene della città tutta, oltre che del club dei Friedkin. A diversi mesi di distanza dalla presentazione del progetto a Pietralata, riportiamo di seguito le parole di Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda.
Queste le sue parole rilasciate a margine dell’inaugurazione della sessione finale di calciomercato presso l’Hotel Hilton. “Arriverà a giorni il riconoscimento dell’interesse pubblico e si faranno tutti i passaggi del caso. Mi sembra che stiamo lavorando in silenzio: sulla questione stadi a Roma e in altre città bisognerebbe fare di più e parlare di meno. Bisogna procedere, solo a quel punto divieni una città competitiva”.
“Sul Flaminio non ci sono novità. Le parole sono state maggiore dei fatti: se la Lazio avesse voluto presentare il progetto, l’avrebbe già potuto fare. Dico che però il Flaminio non resterà in quella condizione vergognosa. Se non arriveranno proposte da parte di imprenditori privati, previo bilancio, metteremo dei soldi per una progettazione pubblica per poi dialogare con il governo e chiedere i fondi”.
“Roma e Lazio sono le squadre della Capitale e crediamo debbano essere sostenute per avere la propria struttura. In tal modo l’Olimpico diventerebbe una sorta di Wembley, continuando a rappresentare il teatro di grandi eventi e concerti. Roma deve divenire una città moderna. Meno parole e più fatti”.
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