Calciomercato Roma, futuro Mourinho e Friedkin decisivi. Gli ultimi aggiornamenti su un rapporto iniziato meno di due anni fa con dei presupposti ben lontani da quelli attuali.
Meglio disambiguare sin da subito l’ultima frase. Risulti subito lontano da noi il voler parlare di crisi Mourinho o, comunque, di un rapporto deterioratosi nel corso dell’ultimo periodo. Certo, sarebbe inutile il negare che qualcosa ne rapporto tra le parti sembri essere cambiato nel corso di questo periodo, come emerso da tutta una serie di fattori.
Prendere Mou, come chiaro sin dal primo momento, ha sempre avuto il significato di acquistare un vero e proprio pacchetto, con tutti i suoi limiti e i suoi pregi. Prendere o lasciare, insomma, con una posizione netta da parte dei Friedkin che due primavere fa decisero di non farsi sfuggire una succulenta occasione per ridestare il “gigante dormiente” ma al contempo per garantire riscatto e nuova visibilità ad un mister importantissimo ma reduce da non poche delusioni.
Le emozioni vissute con José in panchina sono state plurime e multiformi, oscillanti dalla bellezza di Tirana alla tristezza di scacchi rotondi o prestazioni amorfe, mai però in grado di depauperare amore e fiducia nei confronti della squadra e dello stesso allenatore.
Questo almeno fino a qualche tempo fa. Una fiducia unica quanto universale aveva infatti abbracciato il portoghese per tutto il primo anno. I “che sarà, sarà” cantati a Venezia la passata stagione ma anche dopo le cadute con le milanesi ne sono una chiara testimonianza, esplicitante una fiducia totale nei confronti del progetto tutto.
Questa non è certamente venuta del tutto a mancare, pur avendo vissuto una riduzione rispetto al passato. Ciò che più interessa, per il bene della Roma, è però quanto stia accadendo in quel di Trigoria. In particolar modo, non sfugga il punto di Sky Sport sul rapporto Mourinho-Roma (si legga Friedkin in questo caso). I Friedkin devono fare chiarezza, sciogliendo malinteso, disagio, tensione e silenzi.
Questi rischiano di allontanare dalla Capitale un mister che ha già detto di no ad altri scenari, in particolar modo nazionali e patriottici. Il vero malessere , come si legge, riguarda la validità progettuale, in base alla quale José puntava a vincere lo scudetto il terzo anno. Per riuscirvi, serve un cambio di marcia importante quanto immediato, che non sia limitato da una sostenibilità fondamentale ma non invalidante.
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