Roma-Torino, queste le dichiarazioni di José Mourinho dopo la partita contro il Torino di Ivan Juric, pareggiata in extremis da Nemanja Matic.
C’era molta curiosità e attesa per quella che si apprestava ad essere l’ultima gara di questo primo spezzone di stagionale, antecedente ad un Mondiale ad interim che ha fin qui non solo generato una frattura all’interno della stagione ma anche la nascita di plurime posizioni e discussioni circa la scelta geografica e il conseguente impatto organizzativo logistico della manifestazione Fifa.
Ciò che però maggiormente interessava ai tifosi della Roma era proprio la partita odierna contro il Torino, rappresentante e sottintendete insidie di importanza non trascurabile e, soprattutto, assumente il ruolo di prova del nove per comprendere quale fosse la reazione della squadra dopo il pareggio di Reggio Emilia e lo scacco di sette giorni fa contro la Lazio. Il tutto, ovviamente, senza dimenticare delle parole spese da José Mourinho dopo l’1 a 1 contro i neroverdi. Plurimi, quest’oggi, i punti toccati dal mister dopo la partita. Questi i punti salienti.
“Espulsione giusta perchè ho detto cose che meritavano il cartellino rosso. Mi sono scusato per le mie parole ma del gioco e del suo gioco come arbitro non voglio parlare. Ho avuto l’umiltà di scusarmi per le parole non veniali. La sua influenza nello sviluppare la gara la faccio commentare a voi e non voglio parlarne. Sarà un’analisi che farò per me stesso, dico sempre che si può sempre vincere la prossima, non quella appena conclusa. Non mi piace parlare pubblicamente di questioni tecniche, ripeto solo che è stato giusto essere espulso. Ci sono state due partite oggi, una fino al 70esimo e una dopo il 70esimo“.
“Fino al 70esimo i tifosi non sono soddisfatti perché non creiamo mentre in 20 minuti abbiamo creato più che in 70 minuti e più di quanto fatto in queste ultime quattro. Questo è facile da capire, abbiamo dei limiti e quando Paulo non gioca è molto diverso per noi. Abbiamo perso la luce e la qualità è diversa ma si può anche parlare e dire che ci sono dei giocatori il cui livello è attualmente bassissimo. In questo periodo adesso riposeremo e dopo il riposo cercheremo di preparare un secondo ritiro prima dell’inizio. Da un punto di vista individuale, devono fare un’autocritica, come farò anche io su di me”.
“Solo una squadra unita e con spirito fa quello che facciamo noi negli ultimi minuti. Anche dopo il rigore sbagliato siamo stati vivi a differenza di quanto si potesse pensare. Ho chiamato questi 20 minuti i 20 minuti della speranza, basata sulla possibilità di avere Pellegrini e Dybala, oltre che un Tahirovic che sapevo non mi avrebbe deluso, avendo qualità e personalità. Questo è un lavoro del club, che lavora d’unione e sapendo di non avere milioni”.
“La mentalità la fanno i giocatori che possono dominiare la costruzione della mentalità. Si parla tanto di club e cultura ma non sono d’accordo: alla base c’è la mentalità dei giocatori. Non era Belotti il designato per tirare ma non aggiungo altro, è un tipo di situazione in cui il giocatore può sbagliare. Il problema è solo quando i giocatori hanno fragilità e danno meno di quanto possano. Può accadere quanto il calcio non è la cosa più importante per te nella tua vita. Belotti ha avuto coraggio“.
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