Tiago Pinto rivendica con orgoglio l’operazione che ha visto José Mourinho sposare la panchina della Roma. Il general manager non ha dubbi sul verdetto
La Roma è reduce da una sconfitta amara e dolorosa, arrivata di misura contro il Napoli di Spalletti. I partenopei si confermano come prima forza della Serie A, mentre la squadra giallorossa trova la terza sconfitta in campionato. Ora la Roma è chiamata all’immediato riscatto e l’occasione è in vista. Giovedì sera i giallorossi scenderanno sul campo dell’Helsinki, per la quinta giornata del girone C di Europa League. In attesa della gara, con i tre punti obbligatori per non perdere speranze di passaggio del turno, arriva il verdetto di Tiago Pinto sullo Special One.
Tiago Pinto gonfia il petto e rivendica con orgoglio l’operazione che ha portato José Mourinho a sedersi sulla panchina della Roma. Il tecnico portoghese è alla sua seconda stagione in giallorosso, dopo che il primo anno si è chiuso con la vittoria della Conference League. Ora la squadra giallorossa, tormentata dagli infortuni in questa fase di stagione, è chiamata a rialzare la testa dopo la sconfitta subita ai danni del Napoli. Giovedì sera, nella trasferta finlandese in casa dell’Helsinki, la Roma è obbligata a tornare alla vittoria per cancellare la sconfitta in campionato e non perdere chance di passaggio del turno in Europa League.
Il general manager della Roma ha rilasciato un’intervista al “Mirror” in Inghilterra. Tiago Pinto al tabloid britannico ha rivendicato con forza l’operazione che ha portato il connazionale Mourinho a diventare il tecnico della Roma. Il gm non si nasconde: “È stato un grande risultato per il club convincerlo ad accettare l’offerta della Roma. Abbiamo lavorato sodo – la proprietà e io – cercando di convincerlo che questo era il progetto giusto per lui.”
Pinto aggiunge: “Oltre ai risultati, alla Conference League che abbiamo vinto, ai progressi fatti dai giocatori, è per noi un grande orgoglio vedere che oggi lui è romanista. Ha abbracciato pienamente i valori del club e della città ed è oggi il miglior ambasciatore dell’AS Roma nel mondo. Quando un allenatore raggiunge quel livello di empatia con la città e i tifosi, significa che hai fatto un buon lavoro.”
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