Roma, lunga quanto profonda l’intervista rilasciata dal giallorosso in queste ore al portale spagnolo. Di seguito i punti più interessanti.
La capacità di un grande allenatore si capta ogni qualvolta riesca ad ottenere il meglio dai giocatori in sua dotazione. Dall’altra parte, però, ci deve essere grande disponibilità e professionalità del singolo, soprattutto quando questo non vanti grande centralità all’interno delle gerarchie e di un progetto sportivo.
Potrebbe essere questo il caso di Carles Perez, arrivato nella campagna acquisti invernale del 2020 dal Barcellona e protagonista immediato di un gol in quell’edizione dell’Europa League che si sarebbe congelata poche settimane dopo a causa del coronavirus per poi fermarsi definitivamente per i giallorossi nella partita secca di agosto contro il Siviglia.
Da quel momento, tante cose sono cambiate, a livello calcistico e non solo. Carles è rimasto, sovente deludendo quando chiamato in causa, altre volte dimostrando di poter aggiungere un qualcosa in più ad una squadra da tempo mancante di un elemento con le sue caratteristiche. Non è un caso, ad esempio, che Mourinho lo abbia voluto trattenere la scorsa estate, preferendolo ai più altisonanti Pedro, Kluivert o Under.
Se la stagione dell’ex Barca non è stata fin qui delle migliori, è giusto altresì sottolineare la grande professionalità dell’11, pubblicamente riconosciuta dal mister di Setubal pochi minuti dopo la vittoria in rimonta contro la Salernitana e catalizzata proprio dal gol del pareggio del subentrante spagnolo. Come detto in apertura, quest’ultimo ha rilasciato delle significative dichiarazioni. A seguire un estratto delle sue parole ad “AS.com“.
“È stata una stagione difficile perché ho giocato poco ma come ho detto anche domenica dobbiamo essere bravi a sfruttare le occasioni concesseci. L’importante è lavorare e saper aspettare l’occasione. Voglio esserci e dimostrare la mia importanza. Le parole di Mourinho, che è un mister importantissimo, mi hanno motivato tanto. Da bambino sogni di essere allenato da uno come lui o altri top coach. Dopo un anno di lavoro con lui, capisco ciò che cerca da me e cosa vuole. Mi ha migliorato molto, anche se gioco di meno. Mi ha sempre consigliato e incoraggiato. Sono divenuto più forte mentalmente grazie a lui”.
Sul rapporto con il calcio italiano: “Ho imparato a giocare molto largo al Barcellona mentre da quando sono arrivato in Italia ho giocato più internamente, anche con Fonseca. Ma questo è il calcio, devi abituarti e giocare dove dice l’allenatore. Amo giocare come esterno ma ho imparato a giocare lì e mi sento a mio agio. Ho lasciato il Barça due anni fa e l’unica cosa che posso dirti è che vorrei che tutto andasse bene per loro. Se sono nel calcio professionistico è grazie a loro”.
“In Italia sono molto cambiato fisicamente ma anche mentalmente. Lasciare la tua casa, la tua famiglia e i tuoi amici per realizzare il tuo sogno ti costringe a crescere e maturare. Anche in termini di tattica ho imparato molto. Nel calcio ci sono meno spazi, a volte si difende con cinque dietro”.
Sui sogni stagionali: “Approdare in Champions League significherebbe aver fatto bene le cose durante tutto l’anno. Ma è vero che la Conference è un nuovo trofeo ed è pur sempre un titolo e penso che i tifosi, alla fine, lo meriterebbero, per come si sono comportati fin qui in stagione. Basti pensare a quanti ne saranno contro il Bodo”.
A proposito della squadra norvegese: “Quella della fase a gironi è stata una partita complicata per molte circostanze: il clima e l’erba sintetica in primis. Sono cose che capitano una volta sola nella vita e bisogna voltare pagina. Il modo migliore per rimediare è vincere ora e qualificarsi per le semifinali”.
Sul futuro dopo il gol con la Salernitana: “Continuerò a lavorare. Se non può essere contro Bodo/Glimt lavorerò per esserci nelle prossime partite. Ci attendono impegni importantissimi in Serie A e che potrebbero indicare la possibilità di agganciare la Juventus ed entrare in Champions League. Nelle ultime 10 partite abbiamo segnato 22 punti, il miglior record di serie A e vogliamo continuare così”.
La chiosa su Mayoral e Villar e su cosa sia cambiato in questi mesi. “È chiaro che con il nuovo allenatore era necessario un periodo di adattamento. Adesso capiamo meglio cosa vuole, i nuovi giocatori si conoscono meglio e questo finisce per farsi notare. Ho preso una decisione diversa da Mayoral e Villar perché qui mi sento bene con le persone e i tifosi. Andare in un’altra squadra sarebbe stato facile, ma voglio continuare a lottare per sfruttare le opportunità”.
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