Mentre la Roma di Mourinho è in grande crescita, spunta un retroscena su un duro confronto che ha visto coinvolto il tecnico.
Una crescita importante, testimoniata da una serie di risultati che mantengono vive tutte le ambizioni giallorosse nel finale di stagione. E’ questa la fotografia della Roma degli ultimi due mesi. Una squadra che ha trovato un equilibrio tattico e che è riuscita finalmente a mettere da parte quei cali di concentrazione che, in passato, tanto cari le erano costati. Ma i miglioramenti visti nell’ultimo periodo vanno oltre e riguardano il rendimento della squadra nel suo complesso.
La convinzione e la cattiveria agonistica viste in campo di recente sono probabilmente il più chiaro segnale di quanto la mano di José Mourinho stia incidendo sulla squadra. Che ha imparato a gestire i momenti del match, a soffrire quando necessario, e ad essere letale in avanti. Anche perché con un Tammy Abraham così, tutto riesce più semplice. E se è vero che l’appetito vien mangiando, davanti a sé la Roma ha un finale di stagione tutto da vivere.
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Già, perché centrare la qualificazione alla prossima Europa League significherebbe fare un passo in avanti rispetto al settimo posto della scorsa stagione. E perché l’avventura in Conference League è ancora tutta da vivere, con la Roma che nei quarti di finale avrà l’occasione di vendicarsi dello smacco subito ai gironi dal Bodo Glimt. Insomma: dopo un avvio un po’ troppo altalenante, che ha visto comunque l’ambiente schierarsi fortemente dalla sua parte, Mou ha preso definitivamente in mano la sua Roma.
E proprio sullo Special One arrivano oggi parole di un suo ex calciatore, che ricorda un episodio avvenuto quando Mou allenava il Tottenham. A svelarlo è il terzino Serge Aurier, che intervenendo nel programma Colin Interview ha ricordato un duro confronto con l’allenatore alla vigilia della sfida di Champions tra gli Spurs e l’Olympiacos: “Mourinho mi ha detto: ‘Ho paura di te, ho paura di metterti in marcatura perché temo che tu faccia qualche danno’. All’inizio ho pensato ‘ma che stai dicendo?’. Tuttavia io non sono così, sono riflessivo. Stavo per rispondergli. Avrei voluto dirgli: ‘allora metti un’altra persona’. Poi ho pensato che fosse meglio lasciar stare. Ci sono stati momenti in cui avrei potuto dire qualcosa di cattivo. Ma adesso sono cresciuto”.