Il centrocampista della Primavera ha trovato il gol in Roma-Verona, in cui ha messo la firma sul 2-2 che ha portato al pareggio finale
Gol e gettone presenza in prima squadra. Così si può riassumere in modo molto sintetico la serata di Edoardo Bove, centrocampista classe 2002. Allo Stadio Olimpico si è da poco conclusa Roma-Verona con il numero 52 giallorosso che ha permesso alla squadra di guadagnare un punto in questa partita. Dopo essere subentrato a Maitland-Niles al 79′, Bove ha ripagato la fiducia di José Mourinho segnando il gol del pareggio. All’84’, infatti, il centrocampista ha trafitto Montipò calciando forte sul primo palo e sorprendendo il portiere del Verona.
La partita comincia subito in salita con Barak che trova la rete dell’1-0 al 5′. Al 20′ arriva anche il 2-0 firmato Tameze che segna il raddoppio anche grazie a una brutta marcatura di Sergio Oliveira. I due gol e il bisogno di ritornare in partita hanno mandato in confusione la Roma. Quella contro il Verona, infatti, è stata forse una delle prestazioni più brutte dei giallorossi, con poche sufficienze tra chi è sceso in campo. Nel secondo tempo, poi, la Roma è riuscita ad alzare i ritmi accorciando prima con Volpato e poi con Bove che ha trovato il 2-2.
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Una giornata da ricordare per il centrocampista nato a Roma. Il numero 52 ha mostrato tutta la sua felicità per la prestazione a fine partita, dove ha parlato ai microfoni di Dazn. All’emittente sportiva ha raccontato i suoi pensieri e, soprattutto, anche ciò che è successo alla fine del primo tempo. Ecco le parole di Bove:
Qual è il tuo umore?
“Sicuramente è una grande emozione per il primo gol però c’è rammarico per il risultato. Volevamo fare di più davanti a tantissimi nostri tifosi, c’è un misto di emozioni“.
Nel primo tempo Roma brutta, mentre nel secondo tempo diversa. Cosa vi ha detto Mourinho?
“Non ha detto nulla in particolare, ma quello che dice rimane nello spogliatoio. È cambiato l’atteggiamento di ogni componente e siamo entrati più aggressivi e in grado di rimediare“.
Cosa hai pensato al momento del tiro?
“Da lì solitamente un portiere si aspetta un cross o una palla alta sul secondo palo. Non ho visto come era posizionato, ma ho pensato di tirare sul primo ed è andata bene così“.
La prima persona che ti è venuta in mente dopo il gol?
“Quando cresci in una squadra i tuoi famigliari fanno tantissimi sacrifici e i pensieri vanno a loro“.
Può essere la serata in cui si vede l’inizio di una Roma nuova?
“Non lo definirei così, ma sì, in allenamento gli altri ci aiutano molto. Quando ci viene data un’opportunità cerchiamo di fare il nostro meglio e il merito è anche dei compagni che ci aiutano“.
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