Alla vigilia di Roma-Cagliari l’allenatore giallorosso José Mourinho si presente di fronte ai giornalisti in conferenza stampa.
Dopo le due sconfitte consecutive subite contro Milan e Juventus, la Roma torna in campo domani alle 18 per sfidare il Cagliari allo Stadio Olimpico. Un match che i giallorossi sono chiamati a vincere ad ogni costo, per tornare a muovere la classifica e conquistare i primi punti del 2022. Come sempre, alla vigilia del match José Mourinho incontra i giornalisti in conferenza stampa per presentare la sfida, valida per la terza giornata del girone di ritorno del Campionato di Serie A.
Diversi i temi da affrontare: dall’analisi del match contro la Juventus agli aspetti più importanti della partita di domani, dalle scelte di formazione all’arrivo del nuovo acquisto Sergio Oliveira. Vediamo insieme le dichiarazioni del tecnico giallorosso durante la conferenza stampa.
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Roma-Cagliari, Mou in conferenza stampa |
Si comincia con l’analisi del match di domani. Una partita che potrebbe essere più complicata di quanto possa apparire dalla classifica, con il Cagliari che sarà chiuso in difesa e viene da due vittorie consecutive. “Sono d’accordo, la classifica è momentanea. Non credo saranno ancora lì a fine stagione. L’allenatore è esperto, i calciatori anche. Hanno trovato un modo di giocare e di far punti, 6 nelle ultime due partite. Vengono a Roma per farne altri. E in passato in un momento difficile hanno vinto all’Olimpico contro la Lazio se non sbaglio. Significa che sanno giocatori contro squadre che hanno maggiore potenziale. Noi abbiamo fatto un punto nelle ultime tre partite, quindi come minimo dobbiamo vincere per fare 4 punti nelle ultime 4 partite. Sarebbe sempre non sufficiente, ma è il massimo che possiamo fare in questo momento. Dimentichiamo le ultime uscite e pensiamo al Cagliari, domani. Abbiamo lavorato tutta la settimana, con qualche problema, dopo l’ultima sconfitta. In questi casi non si tratta solo di lavorare,m ma di motivare i giocatori, farli reagire, metterli in condizione di giocare. Non è facile dopo una sconfitta come quella contro la Juve. Non ci sarà pubblico, perché 5000 spettatori all’Olimpico è come se fosse vuoto. Mi dispiace per noi ma molto di più per la gente che voleva venire e non potrà. Cerchiamo di farne una motivazione extra, per dare qualcosa alle persone innamorate della Roma che non possono venire allo stadio“.
Su Sergio Oliveira: può agire anche come costruttore di gioco, come perno basso in un centrocampo a 3? E sui rigori: ne ha segnati 16 su 18 in carriera, può diventare il rigorista? “A questo non ho ancora pensato, dobbiamo ancora decidere. In questo momento non posso davvero rispondere. Abbiamo lavorato su tante cose in settimana, ma i rigori non li abbiamo affrontati. Abbiamo cercato di dare a Sergio e a Maitland un po’ di conoscenza tattica della squadra. Un lavoro utile non solo per loro, ma anche per altri che sono qui da inizio stagione. Sulla prima domanda posso dirti che non avevo mai pensato che fosse possibile arrivare a prendere Sergio in prestito. Non avevo fatto il suo nome perché conoscendo la nostra situazione nel mercato invernale e conoscendo lo spessore di Sergio e del Porto non credevo che fosse possibile averlo qui. Quando Tiago mi ha prospettato la possibilità concreta ovviamente ho detto subito di sì. Non perché lui è un regista, un centrale, una mezzala o qualcuno che possa migliorare la squadra dal punto di vista dell’organizzazione. Sergio è un giocatore diverso con un carattere e una personalità di cui noi abbiamo bisogno. Viene da un club con una mentalità che conosco molto bene e ho pensato subito che per la personalità e il temperamento in campo potesse essere un giocatore importante per noi. Detto questo può giocare in molte posizioni, sa giocare, calcia da fuori area. La finestra è stata positiva. Abbiamo preso due giocatori presto, e due giocatori che migliorano tanto le nostre opzioni. Fino ad ora abbiamo fatto 7 mesi solo con un terzino destro. Ogni volta che Karsdorp ha avuto problemi la situazione per noi è stata drammatica. Contro l’Inter abbiamo giocato con una formazione sbilanciata. Con l’arrivo di Maitland abbiamo visto contro la Juve una situazione diversa. Può giocare anche a sinistra e anche se giochiamo a 3. Sergio in tutte le posizioni di centrocampo può fare tutto. Non è un regista, non può giocare da solo davanti alla difesa. Ma a parte questo è capace di far tutto e per il nostro profilo è importante migliorare le opportunità di scelta a poco a poco. Questi giocatori ci danno più equilibrio e con 6 mesi di stagione e tante partite da giocare, avere questi due innesti e l’addio di giocatori che hanno giocato pochissimo per noi è importante”.
Sulle condizioni di El Shaarawy: “La conferenza stampa è alle 14 e per questo non posso darti informazioni che magari alle 19 avrò. Magari più tardi saprò qualcosa in più. Non si è mai allenato con noi, vediamo se sarà in grado di farlo oggi. Se si allena sarà in panchina perché non abbiamo grandi opzioni. Avremo 3, 4, o forse 5 giocatori Primavera in panchina. Quindi se all’ultimo momento Stephan si allena oggi verrà sicuramente in panchina. Ma ancora non sono sicuro“.
Chi sono gli indisponibili sicuri? “Ti posso dire chi finora non si è allenato con noi. Ci alleniamo alle 17 per dare più tempo allo staff medico, sapete già chi è squalificato. Stephan, Smalling, Karsdorp: questi tre non si sono allenati con la squadra, vediamo oggi“.
Veretout è in calo? Rimane un pilastro della Roma? “Se vedi il numero di partite e di minuti giocati dai giocatori in rosa sono 14 o 15 i giocatori che giocano praticamente sempre. Questi giocatori sono fondamentali per noi. In condizioni normali non dovrebbero esserci giocatori così importanti. Fino a una settimana fa Karsdorp era indispensabile, ora lo è meno. Più forte è la squadra, meno i singoli diventano indispensabile. Con Cristante, Sergio Oliveira, Pellegrini, Veretout, Bove che cresce, Mkhitaryan che abbiamo inventato come centrale. In quelle posizioni ora siamo equilibrati e possiamo dare riposo ai giocatori. E così dico che Veretout sarà sempre importante per noi, perché è un calciatore di qualità, ma nelle ultime partite non ha reso al top. Rimane però importantissimo per noi“.
Con gli ultimi due arrivi la rosa è completa e il mercato è concluso o ci si può aspettare qualche arrivo? “Io sono contento perché so che tipo di mercato possiamo fare. Riconosco e ringrazio lo sforzo della società e il lavoro che ha fatto Pinto per migliorare la rosa. Credo che abbiamo fatto un buon mercato in funzione di quello che potevamo fare. In questa fase è un mercato sempre complicato, anche per chi ha tanti soldi da spendere. Per noi ancora di più. Ma prendere a gennaio due giocatori in prestito, due giocatori già pronti per giocare, due innesti che migliorano il profilo della rosa, va benissimo. Sanno giocare entrambi in vari ruoli, con due giocatori siamo migliorati tanto. Se pensiamo a Calafiori, Mayoral e Villar e a quanto hanno giocato e se pensiamo a quanto giocheranno Sergio e Maitland, per noi è un grande miglioramento. Non mi aspetto un altro giocatore. Abbiamo fatto quello che potevamo e il Direttore l’ha fatto presto. Il più presto possibile. Siamo al 15 gennaio e abbiamo chiuso i nostri due acquisti. Sono contento di come sono andate le cose“.
Come sta Spinazzola? Sulla tattica: ci si lascia troppo attirare dalla palla perché è una sua richiesta? “Io chiedo il contrario di quello che è successo in occasione del gol di Dybala. Anche quando pressiamo alto, possiamo avere riferimenti più da marcatura a uomo. Il gol di Dybala è stato il secondo episodio di quel tipo nella partita contro la Juve. L’altra mezza opportunità della Juve nel primo tempo è stato, prima del gol, una fotocopia della loro rete. Un giocatore pressava la palla, un altro non ha dato copertura. Il contrario del lavoro che proviamo in settimana e che chiediamo di fare. Può succedere, i giocatori sbagliano. Su Spinazzola vorrei sapere chi ha scritto, o chi ha detto di scrivere che sarebbe rientrato a novembre. Sono cose da pazzi. Se lo ha detto lui è stato super ottimista ed è stato motivato in modo sbagliato da qualcuno. E’ un infortunio complicatissimo, era impossibile recuperare per novembre. Adesso ogni settimana che passa sembra una settimana in più di ritardo. Non è così: io ho pensato sin dall’inizio che quest’anno non avrei avuto Spinazzola a disposizione. In qualsiasi momento lui sarà disponibile, io sarò contento. Che sia ad aprile o a maggio o in qualsiasi momento. Il recupero da questi infortuni è complicato e non è costante, è fatto di alti e bassi. Io gli ripeto ogni giorno la stessa cosa: ogni giorno manca un giorno in meno al rientro. Deve stare tranquillo“.
Dopo la sconfitta con la Juve ha definito alcune personalità della squadra “difficili da cambiare“. Come hanno preso i giocatori le sue parole e come si può migliorare l’aspetto psicologico della squadra? “Io credo che i giocatori abbiano preso bene le mie parole. Non erano cose facili da accettare, ma per persone serie che vogliono migliorare, e che si fidano della mia esperienza e del percorso che stiamo facendo, li vedo aperti e positivi nei nostri dialoghi. Quello che dico alla stampa, l’ho sempre già detto a loro. Anche in maniera più approfondita. Lo abbiamo fatto anche questa volta e ho percepito che loro vogliono migliorare. Non sono permalosi, non si sono offesi. Mi fa piacere lavorare con questi giocatori. Il resto migliorerà poco a poco. Contro la Juve il calo è stato evidente a tutti. Per fare un esempio: nella fase in cui abbiamo subito tre gol, abbiamo fatto un solo fallo. Fossi stato in campo, io da solo ne avrei fatti 4. Siamo un poco naif. Anche i giocatori di profilo più alto come Pellegrini e Veretout sono ancora giovani, serve un po’ di pazienza“.
Il focus del lavoro settimanale quale è stato? Rivedere gli errori commessi o concentrarsi sul Cagliari? Su Oliveira: le ricorda qualcuno che ha già allenato in carriera? Quali indicazioni gli darà? “Tante domande, mi sono perso! Tu hai detto bene: il risultato contro la Juve offusca 70 minuti disputati bene. Ma questo succede solo all’esterno, a chi guarda da fuori. Noi non dimentichiamo quei 70 minuti. Dobbiamo analizzare anche tutto quello di buono che abbiamo fatto. Infatti nella riunione di analisi della partita contro la Juve abbiamo analizzato molto più i 70 minuti eccellenti che abbiamo fatto del disastro di 10 minuti. Per 70 minuti abbiamo fatto tante cose bene: gestione della palla, pressing, inizio del secondo tempo sull’1-1. Tante cose bene. Abbiamo analizzato anche gli errori. Nel primo tempo errori tattici, non siamo riusciti a rimanere bassi e difendere a zona in due episodi. Nel secondo tempo oltre al collasso mentale ci sono stati anche errori individuali. In tutti e tre i gol della Juve del secondo tempo. Abbiamo analizzato tutto, ma immaginate la difficoltà di farlo con il peso di quella sconfitta. Non è una partita che si dimentica in 24 o 48 ore. Ma i giocatori hanno reagito bene. Sul Cagliari: conosco Mazzarri, come lui conosce me. Sappiamo che è una squadra competitiva che viene per fare un punto. Ma a volte quando vai per un punto hai la possibilità di farne tre. Ci siamo preparati per affrontare una squadra che giocherà così. Anche noi abbiamo bisogno di punti e dobbiamo vincere. Siamo preparati per farlo“.