Tra contagi in crescita e calciatori no-vax, il Campionato di Serie A torna a fronteggiare l’incubo Covid. Un bel problema anche per la Roma.
L’incubo Covid torna ad abbattersi sul Campionato di Serie A. Nei giorni in cui in Italia si registrano dati da record per quanto riguarda i contagi da Coronavirus, il massimo campionato di calcio non fa eccezione. Ad oggi sono ben 87 i calciatori risultati positivi ai giri di tamponi effettuati dalle rispettive società nei giorni successivi alla ripresa dell’attività agonistica. Un numero che potrebbe continuare a crescere, mettendo seriamente in discussione la regolare prosecuzione del torneo: l’ipotesi che le Asl tornino a bloccare le trasferte e che si debba procedere al rinvio di alcune gare rimane, purtroppo, di stretta attualità.
Parallelamente il Governo, per fronteggiare la crescita dei contagi, ha deciso nei giorni scorsi di procedere a una nuova stretta: si torna indietro sulla capienza massima consentita negli stadi – che torna ad essere al 50% – e si stringe sul green pass rafforzato per tutti gli atleti, professionisti e non. Una circostanza che potrebbe incidere non poco sul nostro Campionato, visto che ad oggi sarebbero circa una trentina i giocatori di Serie A non vaccinati. Per loro, a partire dal 10 gennaio, con le attuali regole scatterebbe il divieto di scendere in campo, non essendo più sufficiente il doppio tampone negativo per poter disputare le partite del massimo Campionato.
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Anche nella rosa della Roma si registra la presenza di un calciatore non vaccinato. Si tratterebbe, secondo le indiscrezioni circolate, di un elemento importante, un titolare dell’undici di Mourinho. Un bel problema per l’allenatore portoghese, che potrebbe trovarsi a dover rinunciare a uno dei suoi uomini di fiducia. Nessun problema per le prossime due gare contro Milan e Juventus. Ma in assenza di novità, a partire dal match successivo il calciatore in questione sarebbe costretto a rimanere fuori dai convocati. La posizione del Governo appare fermissima: “Gli atleti no vax non potranno più giocare“, aveva affermato nei giorni scorsi il sottosegretario Andrea Costa. Di fronte a questa situazione, la Roma sta cercando di convincere il giocatore a optare per la vaccinazione. Un’opera di convincimento portata avanti anche dai compagni.
Se si riuscisse a persuadere il giocatore, il club potrebbe chiedere una deroga per consentire al neo-vaccinato di scendere in campo anche nei match compresi tra la prima e la seconda dose di vaccino. In caso contrario, la Roma studia con l’ufficio legale la possibilità di imporre un taglio dello stipendio al giocatore, vista l’impossibilità di utilizzarlo. Una misura già adottata dal Bayern Monaco nelle scorse settimane nei confronti di Kimmich, Gnabry ed altri calciatori in rosa non vaccinati. Non si può escludere, infine, che di fronte a uno stallo il giocatore chieda la cessione all’estero. In quel caso, Tiago Pinto dovrebbe affrettarsi per rintracciare un sostituto all’altezza durante il calciomercato di gennaio. Parallelamente, i club di Serie A stanno facendo pressione sull’Esecutivo per evidenziare le criticità della nuova misura: problemi che avrebbero ripercussioni anche sulle gare delle competizioni europee, oltre che per la gara che la Nazionale dovrà disputare a marzo, a Palermo, per i playoff di qualificazione ai prossimi mondiali.
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