Incubo Covid-19, dopo la parziale ripresa che sembrava aver caratterizzato questi primi mesi, la situazione si sta aggravando in modo sempre più celere ed evidente.
Sono ormai passati quasi due anni dalla dichiarazione dello stato d’emergenza nel nostro Paese a causa di questa tristemente e universalmente nota situazione pandemica. Al netto delle gravi e ben più importanti conseguenze economiche, sanitarie e sociali, anche il mondo del calcio è stato toccato in prima persona.
Basti pensare alla sospensione dei campionati nella parentesi durata da marzo a giugno 2020. Dopo la paralisi delle manifestazioni sportive e, in generale, della vita “normale” in quei mesi, una parvenza di ritorno alla normalità si era avuto in estate. Lo scorso anno, dopo l’imbarazzo iniziale, un po’tutti quanti noi ci eravamo abituati a quel silenzio, in modo ossimorico, assordante cui nessuno pensava un giorno di dover convivere per tutto questo tempo.
La vera e propria ripresa, al netto delle prescrizioni e dovute precauzioni, è stata catalizzata questo settembre, con l’apertura, in Italia e all’estero, degli impianti sportivi, che nel nostro Paese hanno una capienza fissata al 75%. I dati legati alla pandemia ed emersi in queste ultime settimane lasciano però comprendere come la situazione attuale si sia aggravata ulteriormente, soprattutto in Inghilterra.
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C’è un Paese che, attualmente, figura tra i maggiormente in difficoltà. Ci riferiamo alla Gran Bretagna, dove la variante Omicron circola in modo a dir poco fluente. I dati delle ultime 24 ore attestano quasi 80 mila positività. Numeri importanti, non poi così dissimili da quelli caratterizzanti i primi mesi di coronavirus.
Fino a questo momento, a causa di positività emerse all’interno dei singoli gruppo squadra, sono state rinviate sei partite. L’ultima, in ordine temporale, è quella tra Leicester e Tottenham, preceduta da Brentford-Manchester United e Burnley-Wartford. Non pochi, all’interno dello stesso mondo calcistico anglosassone, stanno avanzando richieste di sospensione della giornata calcistica e degli impegni di coppa della prossima settimana.
L’ultimo, e tra i più allarmanti, dato emerso riguarda il Manchester City. Tra le fila della coorte di Guardiola figurano ben 19 casi di covid. Se si guarda alle percentuali, senza volerci addentrare in discorsi che sforerebbero nel sociale e, soprattutto, nel politico, ci limitiamo a evidenziare come il sistema calcistico d’oltremanica sia attualmente vicino al collasso.
I presupposti per proseguire nel pieno rispetto della salute collettiva sono quasi saltati e rischiano di compromettere quel necessario gioco di forze che permetta di tutelare lo sport ma anche le condizioni di benessere e sicurezza dei suoi fruitori. Per tale motivo, come evidenziato anche da “La Gazzetta dello Sport“, non è da escludersi uno stop in Inghilterra destinato a protrarsi fino al nuovo anno. Nella speranza che la situazione possa migliorare e che non sia l’incipit di un deja-vù vissuto già troppe volte fin qui.
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