In casa Roma, tra Campionato e calciomercato, non si perde di vista un discorso ritenuto fondamentale per la crescita del club: quello relativo allo stadio di proprietà.
L’arrivo della famiglia Friedkin alla guida della Roma, nell’estate, 2020, ha segnato l’inizio di un percorso di profonda trasformazione del club. I nuovi proprietari della società giallorossa hanno dimostrato sin dai primissimi giorni nella Capitale grandi ambizioni e un chiaro obiettivo: riportare la Roma ad essere competitiva ai più alti livelli. Un compito non banale, che Dan e Ryan Friedkin portano avanti con un management di primo livello.
Per raggiungere gli obiettivi, quindi, si è scelto di percorrere la strada di una crescita graduale e continua: niente investimenti faraonici, ma una società capace di crescere giorno dopo giorno, sia dal punto di vista sportivo che, elemento fondamentale nel calcio di oggi, da quello economico. E così, accanto agli investimenti di calciomercato e alle scelte tecniche – su tutte quella di chiamare José Mourinho in panchina – servono strategie per rendere la Roma più forte economicamente.
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Inutile nascondersi che, per una società che abbia grandi ambizioni nel calcio moderno, lo stadio di proprietà rappresenti un tassello di fondamentale importanza. E dopo il progetto portato avanti dalla precedente gestione del club, il discorso legato all’impianto della Roma sta tornando d’attualità. Dan e Ryan Friedkin non hanno mai abbandonato l’idea di regalare al club uno stadio di proprietà: un impianto che sia sostenibile e remunerativo. Lo sottolinea oggi La Repubblica, che spiega che su questo fronte qualcosa sta lentamente tornando a muoversi. Soprattutto per quel che riguarda l’area della città che potrebbe essere scelta per ospitare la nuova casa della Roma.
Le idee di club ed amministrazione, nelle ultime settimane, sembrano convergere sul quadrante Ostiense. L’area in questione dispone dei terreni degli ex Mercati Generali – adatti allo scopo – e anche di quelli nei dintorni del Gazometro. Questo fazzoletto di terra appartiene ad Eni: la vera novità è rappresentata dal non disclosure agreement che la Roma e l’ente hanno firmato pochi giorni fa. Un passo avanti significativo, che si traduce nell’impegno di entrambe le parti a non diffondere ulteriori informazioni circa le prossime mosse che verranno fatte. Bocche cucite, dunque, tanto sul progetto dello stadio in termini di design, quanto sulle bonifiche che i terreni in questione richiedono per avviare il progetto. La Roma vuole riservatezza per lavorare con serenità. Un segnale importante che testimonia l’interesse del club per la zona in questione.
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