Alla vigilia del match di Conference League contro lo Zorya, l’allenatore della Roma José Mourinho incontra i giornalisti in conferenza stampa.
Dopo la fondamentale vittoria ottenuta domenica sul campo del Genoa, la Roma si prepara a riprendere il proprio cammino in Conference League. Domani all’Olimpico sarà di scena lo Zorya, già battuto nella gara d’andata. Le due sfide contro il Bodo Glimt hanno portato appena un punto e complicato leggermente il percorso giallorosso. Per questa ragione sarà fondamentale ritrovare la vittoria anche in Europa già a partire da domani.
Come sempre, alla vigilia del match José Mourinho incontra in conferenza stampa i giornalisti per presentare l’incontro e affrontare i principali temi di attualità in casa giallorossa. Vediamo insieme cosa ha detto il tecnico giallorosso questo pomeriggio.
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José Mourinho si presenta in sala stampa qualche minuto dopo le 14. La prima domanda riguarda il match di domani e il peso che potrà avere nella stagione della Roma. “Secondo me è obiettivo. Se vinciamo siamo dentro, se perdiamo siamo fuori. Un pareggio lascia aperto, con un destino nelle nostre mani e l’obbligo di vincere l’ultima in Bulgaria. Però se vinciamo siamo lì, se perdiamo siamo fuori. E’ una finale. Per noi è duro, sarà duro andare a lungo avanti con campionato e Conference. Ma è un problema che vogliamo avere, per questo domani andremo con la massima forza per cercare di vincere“.
Domenica ci ha detto che domani o domenica prossima, o entrambe le partite giocherà Zaniolo. Cosa si aspetta dalla sua partita? “Non mi aspetto niente dalla partita di Zaniolo, ma tutto e bene dalla partita della squadra. E’ stato come squadra che abbiamo vinto bene a Genoa. Davvero non mi aspetto niente di diverso da lui rispetto a quello che mi aspetto dagli altri. A Genova ho detto che anche se non ha giocato nemmeno un minuto, per come ha festeggiato è come se fosse stato titolare. E’ un giocatore della squadra, non mi aspetto niente di individuale da lui“.
Rui Patricio è uno dei migliori portieri del Campionato. Quella della Roma è tra le difese meno battute. Di solito nelle partite di Coppa il portiere titolare fa turn over. Lei invece lo confermerà ancora? “Sì. Non è Rui che è tra i migliori portieri del Campionato. Siamo noi che anche prendendo tre gol a Venezia, prendendo tre gol a Verona, come squadra riusciamo ancora a stare tra le squadre con le migliori performance difensiva. Fuzato lavora benissimo, è fantastico. Se deve giocare una partita, in Campionato o in Conference, per me non ci sarà problema. Non sarà una notte insonne quella prima della partita. Però domani gioca Rui“.
Abraham bene ma finora solo 5 gol. E’ soddisfatto? Lavorate per migliorare la mira? “Sono contento di lui. Ovviamente se sei l’attaccante di una squadra che crea tanto e una squadra che per filosofia è una squadra offensiva, di solito hai la possibilità di segnare di più. Però lavora tanto per la squadra, aiuta tanto in fase di costruzione. In questo momento sono contento di lui. Giocatore di squadra. I movimenti su cui lavoriamo, il modo in cui chiude spazio e pressa. Mi piace. Ha imparato ad avere una dimensione da giocatore di squadra che magari prima non aveva. Sono contento. Ovviamente penso che prima o poi arriveranno più gol. E alla fine avrà tutto: lavoro di squadra e la soddisfazione individuale di segnare di più. Non sono preoccupato. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio straordinario che ha colpito tutti. Un piccolo calo, normale, dopo l’infortunio in Nazionale. Sono veramente contento. E gioca domani: giocano Zaniolo, Tammy e Rui. Ne mancano 8“.
La dinamica che si è sviluppata nelle ultime partite mi interessa: il centrocampo ha tre giocatori più vicini anche in fase di non possesso. Per lei la linea difensiva a 3 è limitato all’emergenza terzini sinistri o la potrà ripetere anche in futuro? “A me non piace giocare a 5. Definitivamente. Una cosa è giocare a 3, un’altra giocare a 5. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri. In quel momento la possibilità di giocare a 3, con El Shaarawy che non è un terzino e che non ci fa giocare a 5, è stata una soluzione che è andata bene a livello di gioco. A livello di risultato è andata bene a Genova, non a Venezia. La rosa non è costruita per giocare a 3. Se devi giocare a 3 non hai in rosa tutti questi esterni d’attacco come abbiamo noi. La verità è che abbiamo giocato bene così, i giocatori si sono adattati bene. La dinamica di gioco non è particolarmente buona per tutti, ma lo è per qualcuno. Magari dobbiamo mantenere sempre presente questa opzione. Quando avremo tutti a disposizione torneremo al piano iniziale, ma avere queste alternative è cultura tattica. Di solito si sviluppa nel giro di anni, noi lo abbiamo fatto velocemente per via dell’emergenza. Ma sono contento e lo sono anche i giocatori. Per esempio per El Shaarawy è molto più difficile giocare così che con 3 attaccanti, ma va bene così“.
Il quarto titolare? “Ti posso dire un quarto titolare, ma non il sistema di gioco. Veretout è titolare“.
Vina e Calafiori ci saranno? “Si sono allenati con la squadra. Ora abbiamo appuntamento con lo staff medico. Come avvenuto con Smalling a Genova, decidiamo oggi pomeriggio se convocarli. Ma penso che sia possibile“.
Cosa ha capito di più rispetto a quando è arrivato? “Conosco meglio i miei giocatori. El Shaarawy ha giocato in quella posizione, che per me era impensabile. Di lui pensavo che fosse un giocatore con alti e bassi, poca continuità. Ho sempre pensato a lui come a un giocatore offensivo per giocare a sprazzi. Titolare una partita, in panchina quella dopo, da alternare. Invece ha trovato una dimensione in cui gioca 90 minuti e, domenica, nell’unica occasione che ha avuto il Genoa è stato lui a salvare il gol. Questa dimensione di El Shaarawy non l’avevo mai conosciuta. Sto imparando a conoscerli“.
Ci può parlare della partita di domani? E’ difficile affrontare squadre non conosciute? “Non sono giocatori sconosciuti. Lo erano fino a quando non hanno dovuto giovare con noi. Noi analizziamo tutto. Abbiamo visto tante partite dello Zorya in campionato e tutte le loro partite in Conference. Conosco il loro allenatore, la dinamica di squadra, Non è non rispettando questi avversari, o non lavorando come sempre, che possiamo vincere queste partite. Il rispetto c’è sempre, anche in questo caso“.
Il quinto titolare? “Mancini“.
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