Alla vigilia della trasferta contro la Juventus, l’allenatore della Roma José Mourinho incontra i giornalisti in conferenza stampa.
La Roma è pronta a riprendere il proprio percorso in Campionato dopo la sosta per le partite delle Nazionali. I giallorossi sono attesi dalla trasferta dell’Allianz Stadium, dove domani sera sfideranno la Juventus.
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Una partita ricca di spunti e che potrà dire molto sulle ambizioni delle due squadre in questa stagione. Come sempre, alla vigilia del match José Mourinho incontra i giornalisti in conferenza stampa. Diversi i temi sul tavolo: dalle condizioni dei calciatori rientrati dalle partite in Nazionale – Tammy Abraham su tutti – alle scelte di formazione per domani. L’inizio della conferenza è fissato alle 15:30. Segui LIVE le parole di José Mourinho.
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Verso Juve-Roma, la conferenza stampa di José Mourinho | LIVE
L’allenatore della Roma si presenta davanti ai microfoni per affrontare i principali temi legati alla partita che domani sera vedrà i giallorossi impegnati sul campo della Juventus.
Si comincia parlando delle condizioni degli infortunati: “Abraham? Vediamo, l’allenamento di oggi è troppo poco. Però parte con noi e domani vediamo se andrà in campo, panchina o tribuna. Sta migliorando giorno dopo giorno e vediamo domani“.
Nessuna incertezza invece su Matias Vina: “No non è un dubbio“. L’uruguayano ci sarà.
Sulle opportunità della Juve di rientrare nella corsa per lo scudetto: “E’ una domanda per Max e non per me. Io penso di sì perché è una squadra fortissima che gioca per vincere le partite e il campionato. Hanno un grande allenatore con esperienza nel calcio italiano. Ovviamente è un candidato forte“.
Su Villar era circolata un’indiscrezione secondo cui lo spagnolo non sarebbe stato convocato per la partita di domani. Ipotesi smentita da Mou: “Chi ha detto che non sarà convocato? Sono contento di lui, di come si allena. Sarà convocato, avrà il suo spazio, forse già domani anche se partirà dalla panchina“, ha detto l’allenatore. “E’ strano che mi chiede di Villar quando siamo 23 giocatori più il portiere, mi sembra strano che mi chiede specificatamente di lui“.
Sul rapporto con Massimiliano Allegri. Entrambi gli allenatori vengono spesso definiti “risultatisti“: “Quelli che sono chiamati risultatisti di solito sono quelli che vincono. Certamente non si può definire risultatista chi non ha mai vinto. Ma mi pare un concetto sbagliato. Io ho vinto qualcosa, Max anche. La sfida tra noi non è una sfida tra risultatisti. Anzi: prima di tutto non è una sfida tra me e lui. E’ Roma-Juve, in passato Juve-Manchester e Inter-Cagliari. Avrò piacere di salutarlo prima e dopo la partita. C’è rispetto e stima. Siamo stati insieme tante volte in questi anni nelle riunioni Uefa. Non si può dire che ci sia una grande amicizia perché non ci conosciamo abbastanza. Ma mi piace Max, abbiamo un buon rapporto. E ovviamente sono felice che sia tornato a lavorare. Un allenatore come lui è stato troppo a lungo fermo“.
Sul tipo di partita e la designazione di Orsato: “Prima della partita io sono sempre contento dell’arbitro che ci sarà. Non mi interessano i precedenti. Mi fido di tutti gli arbitri e parto dal principio che tutti sono bravi e vogliono fare bene. In questo caso sono tranquillo e felice di avere un uomo esperto come Orsato. Dopo la partita, a volte loro sbagliano e magari arriva qualche critica. Ma prima della partita l’atteggiamento è sempre positivo“.
Sull’accoglienza che gli riserveranno i tifosi della Juve: “Non so, magari sarà la solita. O magari no. L’ultima volta alla fine della partita ho avuto una reazione un po’ particolare. Ma quella era la reazione a un atteggiamento durato 90 minuti. Tutti parlano della mia reazione di 10 secondi e si sono scordati di quello che hanno fatto per 90 minuti. Ma sono nel calcio da tanto tempo. Non è un dramma“.
Come stanno Shomurodov e Mayoral: “Stanno bene. Se dovranno giocare, giocheranno. Per noi non è un problema. Abbiamo qualche ruolo in cui se manca il titolare siamo in difficoltà. Queste difficoltà di solito le grandi squadre non le hanno. Nel nostro caso se non gioca Tammy abbiamo due giocatori perfettamente in condizione di giocare e nessun problema“.
La sfida con la Juve è diversa, più sentita delle altre? “Nessun tipo di sentimento negativo. A tutti piace giocare le partite più importanti. Certo, sono sempre 3 punti, come quando si gioca contro squadre meno blasonate. Ma giocare con squadre forti e giocatori di qualità è una sfida che piace a tutti“.
I tifosi del Newcastle l’hanno indicato come uomo ideale per ricostruire la squadra, le fa piacere? “Su questo non ho assolutamente niente da dire. Da quanto, tanti anni fa, ho lavorato con una delle più grandi persone della storia del Newcastle, che è mister Robson posso dire che ho un legame emotivo con quella gente. Nient’altro. Sono felice di essere qui, al 100% con il progetto della Roma e dei Friedkin“.
Sul gap dai top club di Serie A: “Abbiamo iniziato il Campionato qualche settimana fa. Non voglio ripetere sempre le stesse cose, ma c’è differenza tra una squadra che gioca per vincere la Champions, e una che gioca per vincere la Conference League. Una cosa è una squadra che vince 9 campionati di fila, un’altra è una che ne ha vinti 0 su 9. Una cosa è lavorare con Allegri da tempo, salvo un’interruzione di due anni, un’altra è lavorare da zero con un allenatore appena arrivato. Una cosa è avere una rosa con 20-25 giocatori di livello internazionale un’altra è averne 13 che lavorano per arrivare a quel livello. Ma quando siamo in campo, 11 contro 11, si gioca alla pari e noi cercheremo di vincere“.
Sull’abitudine della Roma ad affrontare big match: “Non so cosa dire. Non posso fare paragoni con la scorsa stagione. Si può solo confrontare i risultati, ma sulla mentalità si tratta di un concetto impossibile da paragonare. Abbiamo ovviamente un piano di gioco, sappiamo con chi giochiamo. Sicuramente Allegri sa già quale sarà la nostra squadra. L’unico dubbio che avrà sarà tra Abraham, Shomurodov o Mayoral. Per noi è impossibile fare previsioni sulla loro formazione. Sono tanti, hanno molte opzioni di qualità. Noi siamo in crescita. Per me è importante una determinata identità. Non voglio andare a Torino pensando a fare una partita diversa da quelle che sono le nostre caratteristiche. Andiamo lì a giocare: se non vinciamo voglio che sia per colpa della Juve, non per colpa nostra. Le differenze di storia, di status, di potenziale, finiscono quando inizia la partita“.
Allegri non ha paura di abbassare la squadra e difendersi. Cambierà lo sviluppo offensivo della Roma? “Prima voglio dire che questo atteggiamento non è dell’allenatore risultatista. E’ di un grande allenatore che sa cosa fare. Loro faranno di tutto per metterci in difficoltà, è la dialettica del gioco. Anche a me piace leggere la partita e cambiare in base a quello che succede. Certamente è molto più difficile per me, in questo caso, che non per Allegri“.