L’esterno giallorosso Leonardo Spinazzola manda un messaggio a chi ha vissuto la sua infanzia. E sui tempi di recupero si sbilancia.
Uno straordinario Europeo conclusosi con il trionfo da parte dell’Italia di Roberto Mancini a Wembley è stato un momento storico da ricordare per tutti gli appassionati e non solo. Competizione che però ha tolto per un bel po’ di tempo alla Roma anche un suo giocatore, vale a dire Leonardo Spinazzola. L’esterno ha infatti rimediato la rottura del tendine d’Achille, e questo infortunio ha costretto Tiago Pinto ad andare sul calciomercato per prendere un terzino sinistro, individuato poi in Matias Vina.
Intanto il nazionale azzurro ha parlato ai microfoni di ‘Ti Sento’, trasmissione di Rai 2, parlando di quello che era successo ma anche del suo recupero, stabilendo i tempi di recupero. “Non me lo aspettavo, anche perché stavo da Dio, stavo proprio da Dio, volavo: mi sentivo volare in campo – ha detto sullo stop subito -. Penso che il ct Mancini mi voglia tanto bene, mi stuzzicava sempre. È un bene quando un mister, quando una persona ti sta sempre addosso, significa che prova qualcosa no? E quello me l’ha fatto sempre capire ma anche prima dell’Europeo”.
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Infortunio Spinazzola, annuncio sui tempi di recupero
L’esterno giallorosso ha poi parlato del suo possibile rientro: “A fine novembre rientro in squadra in gruppo, questo non significa giocare nella partita ma che rientro in gruppo che respiro la squadra. È già una grande cosa. É una cosa mia, è una scaletta mentale, l’equilibrio, è quello, perché io tutti i giorni punto quel giorno“. Non solo presente e futuro, ma anche il passato ha caratterizzato il giocatore, rivelando alcuni dettagli vissuti di quando era piccolo: “‘Siamo tre papà castoro’ mi cantavano perché avevo i denti grandi all’infuori. Ero alle medie avevo 12 anni, poi fino anche 14 anni, anche in convitto o simili”. Conclude poi con un bel messaggio da far leggere e ascoltare: “Ai ragazzi che non sanno difendersi dal bullismo dico che sono migliori di loro senza dubbio. Perché chi parla tanto degli altri non è molto sicuro di sé stesso penso“.