Roma, ecco le prime parole di Mourinho in conferenza stampa: segui le dichiarazioni del tecnico portoghese in diretta. Lo show del portoghese
Il giorno di Mourinho. Ecco le parole del tecnico portoghese nella prima conferenza stampa giallorossa. Il giorno dello Special One. Alla conferenza è presente anche il suo procuratore, Jorge Mendes. Il tecnico, prima di salire sulla Terrazza Caffarelli al Campidoglio, ha fatto un giro ai musei capitolini. Ci sono cronisti di tutto il Mondo, dall’Inghilterra, al Portogallo, e anche dalla Cina. Segui le sue parole: tutto in diretta.
Stretta di mano tra Mourinho e Tiago Pinto della presentazione.
“Ecco Mourinho, credo che basta. Un giorno molto felice per noi. E’ il primo step di un cambiamento di mentalità. Ci aspettiamo tanto”. Ecco le prime parole di Tiago Pinto.
“Ringrazio i tifosi. L’accoglienza è stata emozionante. Io non ho fatto nulla per meritarmi questo. Poi ringrazio il club, Tiago, la famiglia Friedkin. Però, i tifosi, come mi hanno accolto, è stato incredibile e fantastico. E mi ha colpito”. Ecco le prime parole del portoghese.
“Il progetto è chiaro. Non dimenticare mai il passato fantastico di questo club. Dobbiamo costruire un futuro. Il tempo nel calcio alcune volte non esiste. Ma credo che questa volta ne abbiamo bisogno. La società vuole fare le cose con grande passione. Ecco perché sono qui. E’ la ragione principale. Adesso è il tempo di lavorare. Insieme ai miei. Che sono cambiati, perché adesso i miei sono tutti quelli che lavorano a Trigoria”.
“La città dà una grande responsabilità. Ma noi non siamo in vacanza. Non siamo per turismo. Siamo per lavorare. E per questa ragione, c’è un allenamento alle 4. Ciao”. Scherza Mou, che si stava alzando per andare via.
Mou si alza e toglie una copertura. E’ uno show.
“Ho dovuto cambiare numero tre volte. Perché non so come voi trovate sempre il mio numero. E’ fantastico, è incredibile quello che succede in Italia sul calcio. E quando vai via manca. C’è un lavoro da fare internamente. Noi ci dobbiamo concentrare sul nostro lavoro. Noi abbiamo un lavoro, e voi un altro. Non sono troppo simatico quando lavoro. E magari non sarà un piacere per voi lavorare con me. Io difendo il mio club. Quello che facciamo dentro deve rimanere dentro. Tutti noi all’interno di Trigoria dobbiamo pensare così”.
“Intanto devo conoscere un gruppo. Non siamo ancora consapevoli di tutto quello che c’è dentro. Ci sono dei principi fondamentali che non sono negoziabili. Il mio modo di lavorare è semplice. Tutto quello che non è al 100% non è il mio modello”. “Da quando sono arrivato, c’è stata una quarantena che mi ha permesso di vivere Trigoria. E ho visto una gioia incredibile. E questa è una sensazione molto buona”.
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“Io non ho parlato con nessuno. Parlo solo con Tiago e con la proprietà. Con i calciatori con nessuno”. Mourinho smentisce le varie chiamate che avrebbe fatto nel corso del calciomercato. Primo del suo atterraggio nella Capitale.
“Ovviamente è la più importante sfida della mia carriera. Come sarà la prossima. E solo Verratti non gioca in Italia. E se non è un campionato che è visto dall’estero come principale, è solamente responsabilità nostra. Tutti insieme possiamo dare qualcosa di più. Dobbiamo farlo”.
“Sono più maturo e la mia identità non cambia. Sono sempre io nel bene e nel male”.
“Non posso dire quello che faccio al mio club. Non dirò mai con chi parlo, di cosa parlo. Sarò antipatico. La società lo saprà prima di voi”.
“Siamo felici di avere i calciatori della Roma in Nazionale (parlando di Cristante e di Spinazzola), è un orgoglio anche per me che non ho lavorato con loro. Ma adesso, per me, loro sono i miei giocatori e siamo felici. Mancini ha rispetto per Cristante come giocatore: e secondo me è un ragazzo che ha grande personalità e lo aspetto a braccia aperte. Ci dispiace per Spinazzola. Ma è incredibile per la sua gioia. E’ uno positivo. Ma non lo avremo per tanto tempo ed è una situazione dura per lui ma anche per noi. La soluzione ce l’abbiamo anche in casa: Calafiori è giovane e deve lavorare e abbiamo fiducia in lui. Ma abbiamo bisogno di un terzino sinistro”.
Pinto: “Sappiamo tutti di quello che abbiamo bisogno. Stiamo lavorando ogni giorno. Anche se voi non vedete i risultati. L’analisi della squadra è stata fatta. Siamo sicuri che alla fine del mercato avremo una squadra degna di Mourinho“.
“Io sono l’allenatore della Roma. Non voglio essere niente di più. Mi devo solamente concentrare nel mio ruolo. Se come conseguenza del nostro lavoro, nel club, possiamo aggiungere qualcosa al calcio italiano, sarà fantastico. Io per difendere i miei farò di tutto. Mi voglio divertire e credo che ci possiamo divertire tutti”.
“Io sono una vittima di quello che ho fatto. Nel Manchester United ho vinto tre titoli ed è stato un disastro. Al Tottenham non mi hanno fatto giocare una finale di Coppa. Quello che per gli altri è fantastico, se lo faccio io è un disastro”.
“Abbiamo solamente un obiettivo in mente. La prima partita ufficiale la vogliamo vincere. Poi viene il resto. Penso che sarà la Conference League. E vogliamo vincere la prima partita. Poi ogni giorno dobbiamo essere più squadra”.
“I miei ultimi tre club: scudetto con Chelsea, tre coppe con United, una finale con Tottenham. Sono arrivato quando eravamo dodicesimi e siamo finiti sesti. Ma è solo colpa mia, per aver abituato tutti bene”.
“Prima di tutto non voglio la Roma di Mourinho. Ma voglio la Roma dei romanisti. Sono uno in più, niente di più. Se si vuole parlare delle altre squadre mettendoli al fianco del proprio allenatore, si può fare. Ma non la Roma di Mou”.
“C’è una cosa dalla quale non possiamo scappare: la verità che non vinciamo un trofeo da tanto e che siamo arrivati 29 punti dietro all’Inter. Ma prima vogliamo capire il perché”.
“Noi parliamo di progetto. La società non vuole un successo isolato. Vuole arrivare lì e rimanere lì. E’ più facile vincere e poi non avere soldi per pagare gli stipendi”.
“Ho una squadra tecnica fantastica. Abbiamo talento e passione. Abbiamo gente che ha lasciato una situazione di comfort-zone per venire da noi con la passione di lavorare con noi e per noi. Zaniolo è un ragazzo con enorme talento. Sappiamo quello che gli è successo. Dobbiamo trovare il suo habitat naturale. E’ un errore rimanere dentro idee di gioco che poi non fanno felice il calciatore”.
“Abbiamo un’idea tattica. Ma sicuramente dobbiamo lavorare. Il miglior modo per far esprimere al massimo la squadra è che la gente sia contenta di farlo. Difficile, adesso, definire un modo di giocare. Durante la partita devi essere pronto a cambiare”.
“Ci sono degli allenatori nella storia di un club che non si devono mai paragonare. Così come alla Roma. All’Inter non puoi paragonare me e Herrera a nessuno. Non si deve fare. Ronaldo deve stare tranquillo. Io non gioco in difesa. Sennò gli avrei dovuto dare qualche calcio”.
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