Roma, l’approdo di Josè Mourinho ha catalizzato molti encomi da parte dell’ambiente mediatico tutto, capitolino e non. Ovviamente, però, non sono mancate critiche ed osservazioni meno positive nei confronti della scelta dei Friedkin di ingaggiare il portoghese.
Già a poche ore dalla notizia del suo arrivo, mentre i tifosi encomiavano con entusiasmo il modus operandi silente e concreto di Dan e Ryan Friedkin, ha iniziato a circolare il divenuto famoso audio di Paolo Di Canio.
L’ex bandiera laziale dipingeva il nuovo mister come “Uno dei peggiori che potesse essere scelto in questo momento”, quasi anticipando le critiche giunte qualche giorno dopo anche da Nicola Ventola.
Il centravanti dell’Inter, pur esaltando lo “Special One” si è detto poco convinto del suo arrivo nella Capitale. Qualsiasi operazione di mercato, soprattutto in piazze calorose come Roma, comporta elogi e altrettante critiche: giusto, dunque, lasciare il responso finale al tempo che verrà.
Consapevoli che la libertà di opinione è una risorsa e che sarebbe poco produttivo credere aprioristicamente che Mourinho possa cambiare totalmente la Roma, sottolineiamo solamente che sembrano esserci tutti i presupposti affinché possa far bene.
L’importante, però, è consegnare lui una squadra funzionale e che rispetti le richieste avanzate alla società.
Intanto, un giocatore allenato nel recente passato dall’ex Tottenham ha commentato la sua gestione tecnica, in occasione della trasmissione “Between the Lines” alla quale hanno partecipato anche Rio Ferdinand e Wayne Rooney.
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Ci riferiamo a Marcus Rashford che sembra non avere grandissimi ricordi di quello che si appresta ad essere il capo della nuova guida tecnica capitolina.
Il giovane centravanti inglese, tra i più promettenti del panorama calcistico europeo, sembra aver apprezzato poco la scarsa inclinazione di Mourinho a lasciare ai giocatori la possibilità di scambiarsi le posizioni.
Alla discussione ha partecipato anche Rooney il quale, come lo stesso Rashford, ha sottolineato che da attaccante si trovasse molto meglio quando gli veniva concessa maggiore libertà e possibilità di svariare sul fronte offensivo.
“Da numero 10, amavo cambiare spesso posizione: notavo che metteva in difficoltà gli avversari. Abbiamo avuto sempre una buona rotazione. Avevamo Tevez, Ronaldo, Louis Saha, Park Ji-sung, grandi giocatori. Abbiamo scambiato molto le nostre posizioni e causato problemi alla squadra”.
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