La Super League è ancora uno degli argomenti di maggiore discussione tra i tifosi, anche se il progetto nato da 12 top club europei per ora è sospeso.
Grande tensione c’è stata tra i club fondatori e l’Uefa, che ha minacciato nei loro confronti pesanti sanzioni. Prima i club inglesi e poi piano piano pure gli altri hanno fatto dietrofront. Progetto dunque che non è destinato a vedere la luce. A pesare molto sono state proprio le insurrezioni dei tifosi. Specie, come dicevamo, quelli dei top team di Premier League destinati a far parte di questa Superlega. Scesi in strada per manifestare il loro dissenso.
LEGGI ANCHE –>Roma, il piano per l’attacco del futuro
LEGGI ANCHE –>Roma-Lazio per pochi tifosi, scatta la caccia all’invito
Super League, Cagnazzo spiega il dietrofront dei club inglesi
Il giornalista del “Daily Mail” Alvise Cagnazzo, a Asromalive.it, spiega bene quello che è accaduto oltremanica e che ha poi portato al passo indietro decisivo di alcuni club, che ha incrinato il progetto.
Cosa ha spinto i club inglesi a cambiare idea e a ritirarsi dalla Super League?
“I club inglesi a differenza di quelli italiano hanno una tradizione molto radicata. “Senza tifosi non possiamo fare nulla”. Non ho mai sentito nessun partito politico parlare così degli elettori, nessuna banca parlare così dei propri dipendenti o clienti, nessuna squadra parlare così dei propri fans – soci. In Inghilterra esiste un senso identitaria molto forte. Noi siamo il paese del dietrofront nella guerra Mondiale, siamo un popolo di traditori. Il loro “No” non è stato un tradimento al patto di sangue con i top club ma una paura reale nei confronti dei tifosi. In Italia i supporters non sono così stimati dai club e nessuno ha paura di calpestare la passione. In Inghilterra si, in Inghilterra c’è molto rispetto per la storia e l’amore generazionale da stadio”.
Club come Manchester e Arsenal secondo lei hanno rischiato di essere eliminati entrambi dalla semifinale di Europa League era rischio che potevano correre?
“Eliminare club da competizioni europee sarebbe stato un danno non per i club ma per il movimento. Come nella dialettica schiavo – padrone di Hegel. Se il Padrone (Champions League) perde lo schiavo (squadre impegnate) non sarà più padrone di nulla. Ovviamente non esistono schiavi a certi livelli ma il parallelismo è perfetto per raccontare cosa sia accaduto. Penso abbia influito realmente la possibilità di riconvertire i premi Uefa. Una Champions o una Europa League senza top club equivale a torneo estivo”.
a cura di Danilo Conforti