Super League, queste ore potranno cambiare definitivamente lo sport da noi tanto amato, portandolo definitivamente ad una dimensione ancor più meramente dominata dal cinismo e l’economia.
Le polemiche hanno scosso l’ambiente tutto, del calcio e non. Tra le questioni più dibattute c’è quella relativa alla dialettica Ceferin-Agnelli che ha visto il presidente UEFA accusare il numero uno bianconero di cinismo e ipocrisia.
Indubbiamente la scelta di istituire una nuova competizione si giustifica nell’ottica di una volontà di aumentare l’appeal e i guadagni di uno sport che ha perso molto (da tutti i punti di vista) in quest’anno di coronavirus.
Non l’ha nascosto lo stesso Agnelli che ha rilasciato delle lunghe dichiarazioni su “La Repubblica”. Questo l’esordio: “Avere gli stadi chiusi da un anno per chi ha figli di 10-15 anni di età evidenzia le difficoltà che il calcio si sta vivendo: i ragazzi si interessano ad altro. È un processo accelerato dall’epidemia”. Quindi: “Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della Superlega ha il 100% di possibilità di successo, andiamo avanti“.
E ancora: “L’obiettivo è creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club e rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio”.
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Ciò che ha fatto discutere di più in questi giorni è stata anche la questione relativa ad un eventuale allontanamento dai campionati nazionali delle squadre che abbiano aderito a questa nuova competizione.
A tal proposito, così Agnelli: “C’è piena volontà di continuare a partecipare a campionato e coppe nazionali. Noi rimaniamo nelle competizioni domestiche, andremo a giocare in ogni stadio d’Italia, di Spagna e d’Inghilterra. Il nostro lavoro resterà intrinsecamente legato alle competizioni domestiche”.
La chiosa ha poi riguardato l’impatto che la Superlega potrebbe avere sui settori giovanili: “L’alimentazione dei settori giovanili viene mantenuta; ogni settimana daremo ai tifosi le partite dei campionati nazionali e di una nuova competizione, capace di avvicinare le generazioni più giovani che si stanno allontanando dal calcio, che sta vivendo una crisi enorme di appetibilità verso le nuove generazioni”.
La Roma, come riporta La Repubblica, è intervenuta con una breve dichiarazione diffusa dai vertici della società ed indirizzata ai tre club di Serie A inseriti all’interno della competizione in cui si legge: “Chiediamo ufficialmente alle tre società italiane – Juventus, Inter e Milan – di uscire dalla SuperLega e di chiedere scusa ai tifosi italiani”.
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