L’allenatore Massimiliano Allegri è intervenuto ai microfoni di ‘Sky Sport‘ durante la trasmissione ‘Sky Calcio Club’. La prima domanda è incentrata proprio sul suo futuro, ma l’ex tecnico della Juventus non si sbilancia: “Non so ancora niente, stasera è un piacere essere qui con voi, soprattutto per fare una chiacchierata. E’ un po che non chiacchiero. Ho visto un po’ di partite, quando alleno ne vedo poche, anzi mi annoio non mi diverto. Ora è un annetto, mi immedesimavo nell’allenatore sulle sostituzione e non ne indovinavo uno. L’ultima partita che ho visto è Bayern-Tottenham del 6-1″.
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“Tre anni fa mi aveva cercato il Real Madrid, ma gli dissi che sarei rimasto alla Juve perché avevo dato la parola al Presidente (Agnelli, ndr). Mi hanno chiamato anche ultimamente ma spero di rientrare a giugno perché mi diverto, ho grande passione. Crisi di astinenza? Mi manca il godere delle gesta dei miei calciatori”, ha annunciato Allegri. “Ho fatto un po’ di riflessioni guardando un po’ di partite – ha detto ai microfoni di Sky -. Credo che in questo momento qui per il calcio italiano bisogna rimboccarsi le maniche. Ho sentito i commenti delle eliminazioni delle squadre italiane in europa e bisogna riflettere. Credo che ci voglia un equilibrio, ho avuto la fortuna di essere cresciuto con allenatori vecchio stile. Non è da buttare quello che ci hanno insegnato, la parola equilibrio serve nella vita, serve nel calcio. Il calcio è una roba seria. Calcio italiano in crisi? Bisognerebbe rimettere al centro il giocatore e lavorarci. La tattica serve, nessun allenatore non organizza la squadra, però poi ci lamentiamo quando andiamo in europa. I giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare che gli allenatori sono bravi. Gli allenatori sono bravi quando vincono. Io mi emoziono, sono stato innamorato perso dei miei giocatori.
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“A parte che sono stato 5 anni alla Juventus, ci siamo divisi in modo naturale. Mi dispiace che oggi la Juventus abbia perso però bisogna dare anche dei meriti al Benevento. Ha fatto una partita importante. Quando sono andato via c’è stata una diversità di vedute, non sul gioco, la Juventus deve vincere non c’è altro da fare. La scelta è stata del presidente giustamente, sono rimasto in ottimi rapporti con Andrea. Sono stati 5 anni meravigliosi e irripetibili. Paratici e Nedved hanno deciso di cambiarmi. Se ci tornerei? Ci tornerei, ma ora è impossibile dirlo, Andrea sta facendo molto bene”
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