Roma, la provocazione di “La Repubblica”: chi sbaglia non sempre paga. Dagli stipendi alle Asl, i problemi del campionato di Serie A.
Che il Collegio di garanzia del Coni non abbia dato il punto di Verona è giusto. Chi sbaglia paga, succede nella vita, succede a lavoro, e deve essere così. Ma la sensazione che non sia davvero sempre così, rimane in casa Roma. Soprattutto guardando quello che succede nelle altre squadre. E, dove nessuno, sembra voler andare in fondo.
Chi non paga gli stipendi, dovrebbe avere almeno 2 punti di penalizzazione (al Livorno, in C, ne hanno dati 5). Mentre in Serie A, potresti anche vincere lo scudetto senza aver pagato quelli di novembre e dicembre. La Figc infatti – scrive oggi Matteo Pinci su “La Repubblica” – ha abbonato il ritardo con una norma a campionato in corso che permette di saldare gli stipendi anche alla fine della stagione.
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Roma, quando anche il protocollo non serve a nulla
Prima di iniziare il campionato, anzi, prima di ricominciare quello precedente, tutte le squadre avevano firmato un protocollo per riuscire a portare a termine la stagione. Tutto bene fino al “fattaccio” del Napoli, con l’inserimento dell’Asl, che ha vietato la trasferta alla società di De Laurentiis. La salute viene prima di tutto. E ci mancherebbe. Ma da lì sono partiti i ricorsi. E aumentate le discrepanze. Perché se è vero che domani sera non si gioca nemmeno Inter-Sassuolo (confermati, al momento, 4 positivi, i tamponi di oggi tutti negativi), è anche vero che Parma, Genoa e Cagliari hanno disputato delle partite con un numero maggiore di contagiati in squadra.
Parlare di campionato falsato? No, assolutamente. Tutte le società hanno avuto dei problemi. Era risaputo all’inizio, e sarà così anche nelle prossime giornate. Adesso però l’obiettivo deve essere quello di portare a termine la stagione. L’unità d’intenti deve essere questa. Nonostante le continue frizioni anche per quanto riguarda i diritti tv, dove nessuno vuole cedere e dove, ogni settimana, c’è sempre una fumata grigia sull’accordo.