L’ex capitano della Roma, Daniele De Rossi, ha parlato dei suoi allenatori, ma anche delle sue aspirazioni per il futuro
Ormai è passato più di un anno e mezzo, ma la mancanza di Daniele De Rossi in campo, e non solo, si fa ancora sentire. Ospite della ‘Bobo Tv’ in compagnia di Vieri, Cassano, Adani e Ventola, il capitano della Roma ha risposto ad alcune domande molto interessanti, riguardanti il passato, il presente e il futuro. Sulla possibilità di un approdo alla Fiorentina la scorsa estate, il sedici giallorosso ha dichiarato: “Finché non inizi, non sai mai se sei pronto. Ma io non lo ero a livello legale, perché non avevo il patentino, quindi il discorso è finito lì. Poi è ovvio che ci devi provare, ho detto lo stesso di Pirlo che ha dimostrato di sentirsi pronto prendendosi quella responsabilità. Sono elettrizzato all’idea di iniziare, mi piacerebbe tanto iniziare in una piazza molto calda. Per me il più forte di tutti è Guardiola. Se devo iniziare lo faccio con quella filosofia lì. Lui ha cambiato il calcio”.
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Tra le piazze più calde in assoluto, c’è sicuramente quella romanista che in questi giorni si interroga su Paulo Fonseca. “Il paradosso della nostra città. Lui è quarto in classifica e con questo calendario magari tra qualche settimana potrebbe essere ancora più in alto. Metterlo in discussione ora è pura follia. E’ indubbio che la Roma faccia fatica contro le squadre grandi, ma serve tempo. La società sta dalla sua parte e la squadra sa cosa deve fare. Non ci si può accontentare con le grandi di perdere dignitosamente, ma è in piena linea con il percorso che sta sviluppando, se non qualcosa di più. La Roma per me non è parte dietro a Lazio, Napoli, Atalanta, Milan. Bisogna tornare a pensare come noi, quando ci dava fastidio arrivare secondi. Lo scorso anno parlai con un dirigente della Roma e mi disse di essere molto soddisfatto e che le cose stavano andando molto bene. La Roma era quinta se non sbaglio dietro al Cagliari e io dissi che non era propriamente giusto. Dire che tutto va male da terzo è pura follia”.
Guardando al passato, De Rossi ha tirato le orecchie a Luis Enrique. “Alla Roma aveva una squadra buona ma non fortissima. Quando si parte con un’idea e con un progetto non puoi dargli dieci mesi di tempo. Se ne è voluto andare lui, questo non glielo perdonerò mai. Secondo me era scattato qualcosa in quel gruppo, se fosse rimasto ci saremmo divertiti tanto”. Su Spalletti: “E’ nettamente uno dei più forti che abbia mai avuto. Ha un carattere diretto, forse troppo e tu lo sai bene (ride, rivolgendosi a Cassano ndr), ma ho un bel rapporto con lui. A livello di idee è molto forte”.
De Rossi ha detto la sua anche su Dzeko e Pellegrini. “Non hanno personalità? Ci sono ragazzi che ne hanno di più di quanta ne dimostrino fuori. Totti ad esempio la dimostrava facendosi dare sempre la palla, non si nascondeva mai anche quando il pallone scottava. Pellegrini non è un cacasotto, sta facendo un cambiamento sia come stile di gioco sia come carattere. Dopo lo 0-3 nel derby si è messo la fascia da capitano, è sceso in campo e ha fatto partite buone, sta lavorando sulla leadership”.
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