Roma, i Friedkin hanno capito che nei terreni sotto sequestro non c’è la possibilità d’investire. Il Flaminio ormai è in pole
Solamente giovedì scorso, la sindaca di Roma Virginia Raggi, aveva parlato di “un regalo di Natale per i tifosi della Roma”. Parole che ormai aprivano totalmente alla possibilità di un’accelerazione per quanto riguarda la questione stadio. Poi ieri la nuova scoperta dei sigilli ai terreni di Tor di Valle che mettono, in maniera definitiva, la fine del progetto.
Così come scrive il Corriere dello Sport, ormai i Friedkin hanno deciso di cambiare la zona per la costruzione del nuovo stadio. Troppo i soldi da pagare per potersi appropriare di quel pezzo di terra che servirebbe per far partire i lavori. E allora si cambia strategia.
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Roma, per il nuovo stadio è quasi deciso
Sembra ormai deciso che non ci sarà una costruzione vera e propria ma “solamente” una riqualificazione: quella del Flaminio. Adesso è improponibile. Ma la struttura c’è e con dei lavori di ammodernamento potrebbe tornare a rivivere.
I tempi si sono dilatati. Questo è inutile nasconderlo. E la cosa certa è che per i prossimi cinque anni, almeno, i giallorossi continueranno a giocare all’Olimpico. Un nuovo inizio. Come se non fossero già passati otto (8!) anni dallo start al progetto voluto da Pallotta. Ma giustamente, i Friedkin, non vogliono metterci dei soldi su qualcosa di esterno e che non hanno progettato loro.
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