Fonseca in una lunga intervista a Record ha ammesso di non essere del tutto soddisfatto della campagna di rafforzamento della squadra.
L’allenatore della Roma Paulo Fonseca ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano portoghese “Record”. Tanti i temi toccati, con un passaggio in cui si ritiene non del tutto soddisfatto del calciomercato portato a termine dal club giallorosso.
La sua seconda stagione in Italia è iniziata da poco. Nel complesso, cosa vi aspettate per il 2020/21?
Dono tempi difficili a causa della pandemia, è difficile prevedere il futuro. Ora iniziamo la mia seconda stagione e dobbiamo renderci conto che c’è stato un profondo cambiamento nel club da quando sono arrivato. C’è stato il cambio di proprietà, ora c’è la questione
del direttore sportivo che può finalmente arrivare. L’obiettivo della squadra è quello di fare meglio della scorsa stagione in cui abbiamo iniziato a costruire una squadra molto giovane, ma dobbiamo anche capire la realtà e il contesto in cui siamo inseriti.
Vogliamo inserirci nella lotta per la Champions League, consapevoli del fatto che ci sono due o tre squadre in lotta per il titolo e le altre lotteranno con noi.
Il quinto posto della scorsa stagione la rende felice considerando che è stata la sua stagione d’esordio nel campionato italiano?
Non mi considero mai soddisfatto, neanche quando vinco. Sono sicuro che è stata una stagione molto positiva in cui siamo riusciti a ottenere 70 punti e questi 70 punti nella stagione precedente (2018/2019) ci avrebbero dato accesso al terzo posto. Questo non è successo perché ci sono state quattro squadre che hanno fatto una stagione eccellente, molto di più di quelle degli ultimi anni. Dobbiamo ricordare che abbiamo iniziato un progetto con 14 nuovi giocatori. Abbiamo creato un modo di gioco offensivo, siamo la seconda squadra della Serie A (dopo l’Atalanta) che crea più situazioni da gol e occasioni per segnare. In questo processo di trasformazione della squadra è stata
fondamentale la crescita di molti giocatori e soprattutto dei più giovani. Ibanez, Mancini, Veretout, Pellegrini, Zaniolo, Diawara e Spinazzola sono oggi giocatori molto più maturi e valorizzati.
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Il processo di cambio di proprietà della Roma ha avuto un impatto sulla preparazione della stagione? Se sì, in che misura?
Quando c’è un nuovo proprietario sappiano che le aspettative sono molto alte e che i tifosi si aspettano grandi investimenti. Il nuovo presidente è entrato nel club in modo molto equilibrato e realistico, comprendendo la realtà del club. Penso che per noi sia stata estremamente importante la loro vicinanza, soprattutto alla squadra, la loro preoccupazione per risolverne i problemi, risolvere tutto ciò che è legato al funzionamento del club. Sono rimasto molto colpito in senso positivo.
Qual è la sua valutazione del mercato estivo di Roma?
Noi allenatori non siamo mai soddisfatti dal mercato. Ci sono una o due posizioni in cui avremmo potuto migliorare. È stato il mercato più difficile degli ultimi anni a causa della pandemia. Ci sono ovviamente grandi preoccupazioni finanziarie da parte dei club e la verità è che ci sono stati molti prestiti e scambi e questo significa qualcosa. Ora, per me, era importante avere Smalling, Pedro e Mkhitaryan e sono stati significativi gli arrivi di Kumbulla e Borja Mayoral. Penso che sarebbe stato utile l’arrivo di un giocatore per sostituire Kluivert, ma non è stato possibile. Non dimentichiamo che la Roma è stata senza un direttore sportivo per diversi mesi, il che ha influenzato anche i nostri movimenti sul mercato.
Come ha affrontato la notizia che i nuovi proprietari non contavano su di lei e i nomi fatti per un eventuale esonero?
Nelle mie conversazioni con i nuovi proprietari ho sempre sentito totale fiducia nel mio lavoro.
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