L’ex responsabile medico della nazionale italiana Enrico Castellacci ha suggerito un modo per provare a limitare gli infortuni a cui sono sottoposti i calciatori in questo periodo ricco di partite dopo la lunga sosta.
Nel consueto spazio radiofonico di Non è la radio nella trasmissione Febbre da Roma, Danilo Conforti e Riccardo Filippo Mancini hanno intervistato Enrico Castellacci, professore ortopedico, presidente nazionale dei medici del calcio e per 15 anni responsabile medico della nazionale italiana di calcio.
Cosa ne pensa della ripartenza del campionato con tutti i protocolli che sono stati emessi?
C’è da dire che che all’inizio quel tipo di protocolli non erano adatti a garantire la sicurezza anche nel mondo del calcio, e molti di essi per categorie come la Serie B e la C erano del tutto inattuabili. Con il passare del tempo ci sono stati degli accorgimenti che hanno permesso anche al campionato di ripartire con tutte le garanzie del caso. Grazie alla quarantena soft si potranno terminare tutte le competizioni e con il tempo si potrà tornare alla normalità.
Con partite che si giocano ogni 3 giorni come si può cercare di arginare la questione infortuni?
Purtroppo gli infortuni sono stati preventivati da tutti i medici sociali della squadre del campionato di serie A, ma il problema principale è anche che i calciatori durante questo lockdown hanno dovuto svolgere un allenamento a casa, e per quanto i ragazzi si potessero impegnare nella mura di casa non c’era una vera e propria seduta di allenamento con tutti gli strumenti del caso. Quando c’è stata la conferma che sarebbero ripresi gli allenamenti di squadra si è ripartiti immediatamente con il torneo e cosi non sono riusciti a fare una preparazione completa, e il caso di Mandragora ne è la prova. L’unica cosa che può prevenire gli infortuni sono le sostituzioni, e fortunatamente sono stata aumentate da 3 a 5 cosi si rischiano sicuramente meno problemi a livello muscolare avendo un ricambio di cinque calciatori rispetto alla rosa iniziale.
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Lei per quindici anni è stato il medico sociale dell’Italia come erano i rapporti con la Roma? Ha qualche aneddoto su Totti dopo quel brutto infortunio alla caviglia?
Con la Roma in particolare modo non ho mai avuto nessun tipo di problema. Nel corso degli anni poi magari ti capita la società che è più apprensiva rispetto ad un’altra. Per quanto riguarda Totti, e su i miei anni come medico della nazionale potrei scrivere sicuramente un libro, ma devo dire che quando si fece Francesco mi chiamò subito Lippi dicendomi sai si è fatto male Totti e mi chiese, ma secondo te ce la farà a recuperare per il Mondiale, e io gli dissi sai lui ha un carattere davvero molto forte per recuperare, ma poi sta a te se convocarlo o meno, e alla fine fortunatamente lo portò e ricordiamo tutti i suoi occhi prima di calciare il rigore contro l’Australia.
La Roma nel corso degli anni è stata la squadra che maggiormente ha sofferto del problema della rottura dei legamenti crociati da cosa può derivare questo problema?
Rispetto a tanti anni fa sono cambiate tante cose adesso si gioca molto di più, e ritmi di gioco sono molto più elevati, e già questo può far capire come ci sia un elevato caso di problemi muscolari e ed anche di varie rotture di legamenti crociati. La Roma in primis forse è una di quelle che in questo caso e più colpita ricordo un anno forse dove aveva due o tre calciatori con il crociato rotto, ma posso citarvi lo stesso Florenzi che mentre stava recuperando proprio da quel problema se lo è rotto nuovamente.
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