CESSIONE AS ROMA FRIEDKIN PALLOTTA DICE NO – Vi abbiamo parlato ieri della contestazione dei tifosi giallorossi che continua nei confronti del patron del club capitolino James Pallotta, il quale se fino a qualche mese fa era ad un passo dalla cessione della società, adesso si è trovato a rifiutare la proposta (la seconda, quella post Covid-19), di quello che sarebbe dovuto essere il gruppo che avrebbe rilevato il club, vale a dire il Friedkin Group, stupendo anche qualche dirigente all’interno della società stessa.
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Pallotta Friedkin, la storia
L’edizione online del quotidiano statunitense, il Financial Times, ha fatto un report di quanto accaduto in queste settimane, ripercorrendo la trattativa tra Pallotta e Friedkin dall’inizio, fino ad arrivare al ‘no’ del presidente di Boston ad una seconda offerta da parte del magnate texano. Che la Roma, e quindi il suo presidente, oggi stia cercando nuovi soci o ulteriori nuovi acquirenti, magari alle cifre che stabilisce James Pallotta, è una cosa nota a tutto il mondo (parola, quest’ultima, non messa a caso, ndr). Infatti proprio la Goldman Sachs, da un po’ di tempo a questa parte sta sponsorizzando proprio la società capitolina, come possibile investimento per i potenziali acquirenti (DaGrosa su tutti). Tra quest’ultimi ‘FT.com’ riporta come la Roma sia stata proposta anche a investitori di Wall Street, senza però aver ricevuto tanti riscontri.
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Cessione AS Roma, la situazione
Il Coronavirus ha portato e porterà un ulteriore rosso in bilancio in casa giallorossa, ma prima che arrivasse la pandemia l’accordo tra il miliardario texano e l’attuale presidente, era cosa fatta. Friedkin però non aveva mollato, anzi sarebbe stato disposto a prendere ancora la Roma, ma a cifre ovviamente più basse: 575 milioni di euro la cifra messa sul piatto da Friedkin, alla quale però Pallotta ha detto ‘no grazie, al futuro della Roma a questo punto ci penso io’. Due persone molto vicine alla famiglia Friedkin, che hanno parlato al ‘Financial Times’, hanno riferito come questa cifra sarebbe stata spalmata con le seguenti modalità: 125 milioni subito, altri 52 in sei mesi e 85 entro la fine del 2020. Hanno aggiunto che entro la fine dell’anno, quello che sarebbe dovuto diventare il nuovo numero uno, avrebbe anche coperto 300 milioni di debiti e avrebbe coperto gli interessi di minoranza nel club con € 13 milioni extra. “Se Jim cambia idea e aprirebbe di nuovo alla trattativa, Dan si siederà con lui”, ha detto questa persona (insomma io ci sono se vuoi alle mie condizioni, in soldoni, ndr).
Dirigenti stupiti dal no di Pallotta
In conclusione l’approfondimento del FT ha fatto riferimento anche ad un certo stupore arrivato dalle parti di Trigoria, dopo il no di Pallotta alla seconda offerta di Friedkin, giudicandola come ‘una mossa rischiosa rifiutare quell’offerta’.