Francesco Totti non è mai banale, quando racconta la sua esperienza giallorossa o quando commenta qualcosa. L’ex capitano giallorosso nei giorni scorsi si è goduto la capitale, protetto da una mascherina che oltre dal virus l’ha protetto anche dall’indiscrezione dei curiosi. Fontana di Trevi, il Pantheon e il meraviglioso centro storico a fare da scenario alla sua passeggiata con Ilary.
Alla rivista spagnola “Libero” ha concesso una lunga intervista. Sottolineando come abbia realizzato in fondo il suo sogno. «Sono sempre stato un tifoso della Roma. È stato un sogno vestire quella maglia, il numero dieci, la fascia da capitano. Una volta che sono riuscito a ottenere questo sogno me lo sono tenuto stretto. Sono stato più fortunato rispetto a molti altri» ha detto Totti.
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La stella giallorossa sarebbe potuta andare al Real Madrid, ma l’amore per la maglia lo ha fatto desistere. «Nel 2003 mi restava un anno di contratto. Ci sono stati alcuni problemi con il presidente per altri motivi, non miei personali. E il Real Madrid mi offriva qualsiasi cifra per andare lì. Complessivamente qualcosa come venti, venticinque milioni. E alla Roma molti soldi. Alla fine Sensi mi ha parlato, abbiamo chiarito tutto… E sono rimasto. È stata una scelta dal cuore in cui la famiglia, gli amici, i tifosi e la Roma hanno pesato molto. Il Real Madrid non è un club normale. A tutti sarebbe piaciuto giocare lì».
Sottolineata l’amicizia con Cassano («è un fratello minore) è arrivato il momento di parlare del suo ritiro. «So che c’è un inizio e una fine. Però ci sono giocatori come Messi, Ronaldo, me… con il diritto di decidere. Avrei fatto bene alla Roma anche oggi, ma non perché sono Totti, bensì per l’ambiente, i giocatori, l’esperienza, il marketing, per tutto. Non avrei nemmeno dovuto giocare tutte le partite, una sì e tre no. Venti minuti in una, la Coppa…» ha detto l’ex numero dieci.
Che sa benissimo quanto vale un trionfo nella capitale. «E’ speciale perché succede una volta ogni venti anni. Purtroppo è la verità. Quando la Juve vince, festeggia solo una notte, quella della domenica. Lunedì è già finito tutto. Invece quando noi abbiamo vinto con Capello a Roma si è fatto festa per tre o quattro mesi» ha detto Totti.
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