I presidenti di Serie A vogliono delle modifiche all’attuale protocollo, intanto la Figc aspetta di parlare col premier Giuseppe Conte.
La Serie A ha una data di ripartenza fissata per il 13 giugno. Una data che nei piani della Lega permetterebbe di concludere regolarmente il campionato e di giocare anche semifinali di ritorno e finale di Coppa Italia. Allo stato attuale però secondo i presidenti di Serie A senza modifiche al protocollo le possibilità di ripresa sono prossime allo zero.
Come riporta il sito internet di “La Repubblica“, molti presidenti di Serie A sono in rivolta: “Se non cambia il protocollo, e si riduce la quarantena ad sola una settimana per contagiato ed esami medici per gli altri che in caso di negatività possano continuare a giocare, sarà impossibile portare a termine il campionato”.
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Tradotto in soldoni, in Serie A si vuole provare a copiare il modello tedesco, cosa che intendono fare anche in Premier League e Liga. Sulla modifica del protocollo i presidenti di Serie A sembrano abbastanza intransigenti: “Con 124 partite, spostamenti continui, in 40 giorni è quasi impossibile che non salti fuori un positivo. E in quel caso, addio campionato. La quarantena da giugno va ridotta ad una settimana”.
Ora la palla passa al presidente della Figc Gravina che spera di parlare al più presto con il premier Giuseppe Conte. Secondo “La Repubblica” c’è un ostruzionismo da parte del Movimento 5 Stelle e del ministro dello Sport Spadafora. C’è la convinzione che queste norme così severe siano solo un escamotage per costringere la Serie A a chiudere tutto. Il Pd per parola dell’onorevole Patrizia Prestipino, è favorevole al modello tedesco: “La politica si assuma le sue responsabilità, il ministro ci dica se si riapre o non si riapre. Si riapre come in Germania o chiude tutto come in Francia. Non dimentichiamo inoltre il calcio femminile italiano”.
In tutto questo il presidente del Coni Malagò resta ottimista: “Il campionato di Serie A ripartirà il 13 giugno al 99,9%. Si sta facendo di tutto per rimettere il sistema in condizione di ricominciare. La sfida tra alcuni medici e il Comitato tecnico-scientifico non la capisco. Una volta ricominciato, non so quando finirà, ci vorrebbe la palla di vetro”.
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