Il calcio ormai è fermo da settimane a causa dell’emergenza Coronavirus. Emergenza sanitaria che in Italia si avvia alla flessione ma che rischia di lasciare dei grandi strascichi a livello economico. Non si sa ancora se la serie A potrà riprendere, ma si sa sicuramente che tutti i club hanno perso svariati milioni di euro a causa della pandemia.
In queste settimane c’è stato decisamente un rallentamento nella trattativa relativa alla cessione della Roma. Inevitabile, a causa proprio dell’impatto che la pandemia sta avendo sull’economia mondiale. Come ha però scritto anche il club giallorosso nell’ultima semestrale, la trattativa tra James Pallotta e Dan Friedkin è ancora aperta.
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Pallotta deve decidere il da farsi
Come sottolinea nell’edizione odierna Il Corriere dello Sport, James Pallotta si trova di fatto ad un bivio. Vendere la società ad un prezzo minore oppure aspettare tempi migliori per farlo e rimanere dunque al timone della società?
A dicembre le due parti avevano trovato un accordo di massima attorno alla cifra di 710 milioni di euro, considerando anche l’eredità debitoria. Una somma che avrebbe consentito a Pallotta e ai suoi soci (che spingono per vendere) una plusvalenza di circa 80 milioni di euro.
Con l’avvento della pandemia però il prezzo sembra inevitabilmente destinato a scendere. E allora cosa fare? Vendere ad un prezzo minore sembra essere una ipotesi. Nel frattempo però Pallotta dovrà onorare le scadenze, entro il 31 dicembre dovrà completare l’aumento di capitale con l’immissione di 135 milioni di euro. Il piano B – come sottolinea il quotidiano sportivo – è quello di rimanere dunque al timone della società in attesa che la situazione economica mondiale migliori e che il marchio As Roma riprenda quota.