Serie A, governo e Lega cercano intesa sul protocollo

La parola d’ordine è collaborazione. Tra Lega e Governo, ovviamente, chiamati a dipanare insieme la matassa chiamata calcio. Tornare a giocare in serie A sembra ogni giorno essere sempre più difficile. Il tempo inizia a stringere, ma la volontà delle squadre è chiara: si punta a rimettere in moto il settore, comunque devastato da ingenti perdite economiche del periodo. Le squadre di calcio sono aziende, prima di tutto.

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Mancano ancora le date per la ripresa delle attività e il nodo cruciale è il protocollo medico-scientifico, sul quale bisognerà trovare un nuovo punto d’intesa. Per il mondo per gli atleti da giorno 4 maggio sono in previsione allenamenti individuali, per quelli di gruppo potrebbero volerci altre due settimane. Questo, di fatto, non consentirebbe la ripartenza del campionato prima della metà di giugno, con conseguente tour de force fino alla fine del mese di luglio. Nel frattempo pero nel resto del mondo ci si sta iniziando a fermare: la Ligue1 ultimo caso lampante.

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Le parole del ministro Spadafora

Il ministro dello Sport Spadafora è stato abbastanza chiaro, ieri ha detto: «Se la Figc e il Comitato tecnico-scientifico del governo troveranno un’intesa sul protocollo di sicurezza, gli allenamenti riprenderanno; e questo avrà una ricaduta positiva anche sulla possibile ripartenza del campionato; viceversa sarà il governo a decretare la chiusura del campionato. Se non ci sarà quell’accordo, ci assumeremo noi questa responsabilità, facendo in modo che il calcio come altri settori possa avere meno danni possibili».

La Lega di serie A – come riporta la Gazzetta dello Sport – aspetta delle indicazioni precise sul protocollo da seguire e si aspetta che il governo possa fare da guida in questo delicato periodo.

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