Paolo Bonolis oggi è stato protagonista su Instagram di una chiacchierata con l’ex capitano della Roma Francesco Totti. Ecco le parole della leggenda giallorossa.
Ricominciando a tornare nel mondo del calcio, cosa ti piacerebbe fare?
«Io ho intrapreso questa nuova avventura di cercare nuovi giovani, gli scouting. Purtroppo stando alla Roma non ho potuto farlo. Purtroppo c’è stato un ostacolo e non ne voglio più parlare. Voglio trovare altri Totti, altri Cannavaro e Buffon. L’occhio mi è rimasto».
Quali altre qualità dovrebbe avere?
«
Le qualità più importanti sono la famiglia, quando ce l’hai dietro le spalle un giovane ha tante più possibilità rispetto ad un altro. poi devi essere bravo, devi avere passione e determinazione, tante cose che ti aiutano ad arrivare a quei livelli».
Un eccessivo benessere della famiglia può comportare minor voglia di riscatto?
«
Il problema dei bambini è la famiglia, perché ogni figlio è il migliore del mondo. Il rispetto che insegni ti può aiutare. Molti nel benessere quotidiano perdono quella rabbia, quella voglia di accettare la fatica per potersi riscattare da una situazione meno fortunata. Nel calcio se non c’è fatica e voglia di emergere non fai niente. Nel calcio devi lasciare tante cose dei 14 anni, che non tornano più: la fidanzata, il motorino, eccetera. Quando sei piccolo o devono fartelo capire o sei direzionato in quell’obiettivo. Ce n’erano molti che potevano emergere, ma che non l’hanno fatto… Se dovessi incontrarne uno potrei direzionarlo, cercare di fargli prendere la strada che ho preso io».
Tra i giovani della Serie A vedi qualcuno che può essere il perno importante?
«Io vedo Tonali. Per Tonali farei qualsiasi carta falsa per prenderlo sotto tutti i punti di vista, diventerà uno dei centrali più forti del mondo come i tempi di Gerrard, Lampard e De Rossi».
Zaniolo?
«
E’ un giocatore fortissimo, ancora deve dimostrarlo perché è all’inizio. Dopo 100 partite ad alti livelli puoi giudicare. E’ anche l’ambiente che li fa emergere, forse l’ambiente della Roma è stato così saporito che ha dato tutto quello che poteva dare. Ci vuole anche tanta fortuna. Mi reputo strafortunato perché nel mio percorso ho incontrato Mazzone, che mi ha cresciuto sia in campo che fuori. Se trovi quell’allenatore che non gli piaci o se punta sui veterani e i giovani non trovano prospettiva. Roma è una piazza che difficilmente puoi sbagliare, soprattutto quando sei giovane. Altrimenti l’etichetta è quella».
Quanto talento ha sprecato Cassano?
«
Tanto, per me si è espresso al 30%. Antonio è il numero 1, tecnicamente è il giocatore che mi ha fatto divertire più di tutti. Io e lui giocavamo a occhi chiusi».
Cosa pensi di Barella?
«E’ stato uno dei miei pupilli e uno di quelli che avrei portato alla Roma il prima possibile ma non ci sono riuscito».
Consiglio per aspiranti osservatori?
«In primis che capiscano di calcio, ormai siamo tutti osservatori. Dove girano i soldi ci si fiondano».
La Lazio?
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Tare è un grande direttore sportivo, ci capisce di calcio»
Ti manca la Curva Sud?
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La curva sud non mancherà mai perché vive dentro di me».
Salah?
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Non ci ha abbandonato, la società in quel momento era in ‘crisi’ e doveva vendere».
Stadio?
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Sarà molto difficile, ci vuole tempo. O cambiano location, perché a Tor Di Valle la vedo complicata».
Pallotta?
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C’è a chi piace e a chi non piace».
Sei mai stato vicino a lasciare la Roma?
Sì nel 2004, potevo andare al Real Madrid. Difficile da dire di no, è stato abbastanza complicato ma con la famiglia e gli amici mi hanno diciamo intortato e ho fatto la scelta più giusta».
Il Milan?
«
Galliani e Berlusconi avrebbero fatto carte false per portarmi al Milan».
Ti manca lo spogliatoio?
«
Lo spogliatoio è l’unica cosa che mi manca, era tutto: l’incazzatura, lo aiutarci, scherzare. In quel rettangolo c’era tutto».
Se va via Pallotta torneresti a Trigoria?
«Nella vita mai dire mai».
Quello con cui ti sei arrabbiato di più?
«
Io mi arrabbiavo difficilmente con i giocatori, mi arrabbiavo più quando perdevo le partite».
Il difensore più forte che hai affrontato?
«Nesta».
Cosa pensi di Ibrahimovic?
«Mi fa impazzire per come gioca, poi vuole sempre vincere».
a cura di Danilo Conforti