Alzi la mano chi non s’è mai emozionato per una giocata di Jeremy Menez. Il giocatore francese, che per anni ha vestito la maglia della Roma, oggi ha 32 anni e la sua carriera si avvia ormai alla conclusione. Ma il suo talento è di quelli che fanno innamorare.
Dopo un paio d’anni complicati Menez ha deciso di tornare nella sua Parigi, ripartendo dal basso, dalla Ligue2 con la maglia del Paris Fc. Un ritorno alle origini, lì da dove tutto era cominciato. Il giocatore si è raccontato in una intervista alla Gazzetta dello Sport dove – tra le altre cose – ha parlato ovviamente anche della sua esperienza giallorossa.
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Partendo dagli allenatori che ha avuto, che gli hanno dato grande fiducia: «Sia Spalletti che Ranieri sono stati due secondi padri. Mi guardavano con un occhio di riguardo. Nel 2010, poi, sfiorammo lo scudetto, non capisco ancora il perché di quella sconfitta con la Samp» ha detto il francese alla rosea.
«A Roma non ho vinto niente, ma ho vissuto tre anni pieni di passione. Con grandi compagni, primo fra tutti Totti, un fratello maggiore. In campo ci intendevamo a occhi chiusi. I primi mesi ho vissuto a casa dei suoi genitori, come aveva fatto anche Cassano anni prima. Persone fantastiche, come De Rossi» ha detto Menez.
Che ha anche ricordato di come abbia preferito tornare in patria al Psg nel momento di lasciare la Roma. «Dissi no anche alla Juve; ricordo le chiamate di Conte per convincermi a firmare» ha concluso l’attaccante.
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