Cessione Roma, il prezzo è giusto? La risposta dell’esperto Sartori che fa il punto in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport.
La cessione della Roma è imminente e nonostante i tanti “rumors” non sono ancora chiare le cifre reali dell’operazione. Molti giornalisti stanno scrivendo su Twitter pareri personali. La Gazzetta dello Sport ha chiesto il parere di un esperto, Andrea Sartori, Global Head of Sport di Kpmg, società leader nelle analisi di mercato.
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Cessione Roma, il parere di Andrea Sartori
Ecco uno stralcio delle sue parole alla “Gazzetta dello Sport”.
Sartori, la valutazione data alla Roma è corretta?
«Come valore d’impresa il Manchester United vale 3,3 miliardi di euro, la Juventus 1,7. La Roma, quindi, varrebbe meno della metà dei bianconeri. Secondo le nostra analisi, però, il club può valere realmente tra i 500 e i 550 milioni. Ad inizio 2019 il valore esatto era 516 milioni. Le altre italiane? La Juve 1.548, l’Inter 692, il Napoli 569, il Milan 555 e la Lazio 297».
Quindi Friedkin la pagherebbe di più del suo valore?
«La domanda chiave è: quanto vale il progetto del nuovo stadio? Lì c’è un upside che può giustificare la differenza di prezzo. E poi la Roma ha un potenziale commerciale altissimo, un marchio con un appeal che pochi altri in Europa hanno. Già solo perché rappresenta Roma. Mi viene in mente Parigi quando il Qatar Sports Investments prese il Psg. Insomma, un acquirente che crede nello stadio, nella crescita della società, nella sua partecipazione regolare alla Champions e nell’aumento dei ricavi può anche decidere di darle un valore maggiore di quello reale. Lo abbiamo visto anche con l’ingresso di Silver Lake nel Manchester City, con un prezzo superiore a quello di mercato. Del resto, c’è un aspetto da sottolineare».
Come è possibile una crescita di valore così alta, considerando che nel 2011 venne acquisita per 110 milioni?
«Beh, c’è da dire che quella cifra non considera l’indebitamento dell’epoca. Da quell’anno, comunque, la Roma ha raddoppiato il fatturato, passando da 116 a 232,5 milioni di euro, con un picco di 251 nel 2017/18. Un incremento importante, anche se non spettacolare, visto che c’è di mezzo la crescita dei diritti televisivi. In più in 8 anni Pallotta non ha mai realizzato un profitto, con bilanci sempre in perdita. Un altro aspetto che fa pensare, con performance così è difficile giustificare la cifra di acquisto. Ecco perché il vero upside sta nello stadio e nella crescita dei ricavi commerciali. E in un altro aspetto».
Quale sarebbe?
«Friedkin magari crede nella crescita del calcio italiano. E secondo me non sbaglia. In Italia oggi ci sono delle potenzialità maggiori che in altre leghe. L’accessibilità alla Champions, e di conseguenza ai suoi introiti, è più facile rispetto ad esempio alla Premier, dove il livello di competitività ed il prezzo di accesso è molto più alto».
Quindi, a conti fatti, Friedkin pagherà troppo o no la Roma?
«Questo solo il tempo potrà dirlo. Ma sono sicuro di una cosa: la Roma ha un potenziale notevolissimo e se ben gestita, può rendere davvero tanto. Pochi marchi in Europa valgono come quello giallorosso».