Monchi, parole al veleno sull’addio alla Roma. Emerge un nuovo retroscena sulla sua separazione con la società giallorossa.
L’ex direttore sportivo giallorosso Monchi, attualmente al Siviglia, torna a parlare della Roma e lo fa con toni non propriamente affettuosi. In un’intervista rilasciata a El Confidential e riportata dall’edizione odierna del “Corriere dello Sport“, Monchi ha chiarito la dinamica del suo addio alla Roma, e non è stata una separazione consensuale come era inizialmente trapelato.
«Mi hanno cacciato, raccontiamo questa cosa. Non sono andato via. E quando questo è successo ho sentito parlare di stagione complicata a causa degli infortuni… quindi ho fatto uno studio: non usare i tuoi giocatori per il 15 per cento della stagione comporta un problema sportivo ma anche economico. Ti può costare fino a 20 milioni».
Gli infortuni hanno frenato la Roma nella scorsa stagione, ma anche le scelte del direttore sportivo Monchi, in primis quelle di Pastore e Nzonzi su cui recentemente ha fatto una battuta – che riportiamo qui di seguito – anche il nuovo direttore sportivo Petrachi.
Nel corso del calciomercato sono arrivati dei profilo eccellenti ma soltanto in prestito. In questo modo non è più difficile dare continuità al progetto tecnico?
A volte bisogna anche adattarsi a quelle che sono le esigenze. Sia nel caso di Smalling che di Mkhitaryan mancavano solo 48 ore alla fine del calciomercato ed era difficile fare discorsi diversi. L’idea è di fare degli investimenti importanti anche per dei calciatori giovani. Io credo che dalle esperienze passate purtroppo si sono verificate delle cose per cui sono stati spesi soldi importanti per giocatori che magari conveniva prendere in prestito e valutarne le caratteristiche (il riferimento è agli acquisti di Pastore e Nzonzi fatti da Monchi). Credo che nella situazione in cui ci siamo trovati alla fine del calciomercato o facevamo investimenti su calciatori giovani o si facevamo scelte come quella presa per Mkhitaryan. C’era la possibilità un mese fa di acquistarlo ma dobbiamo stare attenti al bilancio, si tratta di un top player e come tale andava pagato. Quando si è creata l’opportunità di prenderlo in prestito e il giocatore ha deciso di rinunciare anche a dei soldi, abbiamo fatto questa operazione che io definisco furba. Tutto è dipeso dall’esigenza del momento.
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