Pastore, ultima chiamata per riprendersi la Roma

Javier Pastore
Javier Pastore ©Getty Images

Javier Pastore è uno degli acquisti dell’era Monchi che ha fatto più parlare. Nella passata stagione ha giocato davvero poco, 18 partite tra campionato e coppe, riuscendo a mettere a segno 4 reti. Un rendimento penalizzato da qualche infortunio di troppo, ma non solo. Giocatore di difficile collocazione tattica nel 4-3-3 di Di Francesco, quest’anno con Fonseca punterà a rifarsi nel ruolo di trequartista.

Il 4-2-3-1 sembra essere maggiormente adatto al giocatore ex Palermo e Psg, che però nelle gerarche del tecnico parte indietro. C’è Zaniolo in rampa di lancio e nel ruolo di trequartista possono giocare Mkhitaryan ma anche lo stesso Pellegrini, forse più adatto proprio in quella zolla di campo che non come mediano davanti alla difesa.

Lo stesso calciatore nei giorni scorsi in una intervista a France Football ha parlato del suo modo di giocare. «Il mio stile di gioco, o ti piace o lo odi. È così. E quando non mi sento bene fisicamente non gioco bene, ed è più facile insultarmi. – ha detto l’argentino – Al contrario, quando tutto va bene, tutto scorre liscio. Posso passare dal peggior giocatore al migliore in pochi istanti».

Già, perché il talento e i piedi buoni non gli mancano di certo. Pastore in questo finale di 2019 dovrà fare di tutto per riconquistarsi una maglia da titolare. Altrimenti a gennaio sarà difficile rinunciare a delle possibili offerte che potrebbero arrivare dall’estero. Non bisogna dimenticare che lo scorso anno alcuni club della Cina erano interessati alle sue prestazioni e chissà che non possano esserlo anche in futuro.

(fral)

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