Roma, il nuovo corso è iniziato: i risultati li sancirà il campo, ma le scelte prese finora rispondono finalmente a una precisa filosofia.
L’estate, calcisticamente parlando, è la stagione dei sogni. I tifosi della Roma, dopo l’ultima stagione fallimentare e gli addii delle due bandiere Francesco Totti e Daniele De Rossi, sono probabilmente stanchi anche di sognare. Il compito del nuovo allenatore Paulo Fonseca e del nuovo direttore sportivo Gianluca Petrachi sarà per questo ancora più difficile.
Le prime impressioni sono comunque positive. Il concetto di “intensità” che ha più volte citato Fonseca in conferenza stampa sarà facile da valutare per i tifosi della Roma, basterà guardare la corsa e la volontà dei calciatori. L’anno scorso Di Francesco parlava di “mentalità”: vai a capirla. Alla base ci deve essere una squadra che corre e che prova a pressare dall’inizio alla fine della partita: concetti che erano teoricamente cari anche a Di Francesco, prima che Monchi gli costruisse una squadra incapace di farlo, spendendo più di 40 milioni di euro per Nzonzi e Pastore.
Prendiamo come esempio il portiere. Pau Lopez potrà anche fallire, ma oltre a essere bravo tra i pali sono note le sue abilità da “libero aggiunto” e la sua precisione nei passaggi di piede. Proprio quello che chiede Fonseca. Olsen in campo europeo e con la nazionale era sempre stato abituato a giocare con una difesa bassa, quasi un catenaccio. E non a caso le poche prestazioni buone per la Roma le ha fatte nelle partite in cui la squadra è stata presa d’assedio dall’inizio alla fine, perdendo comunque, vedi al “Bernabeu” contro il Real Madrid.
Ora sarà importante cercare di mantenere fede a questo progetto anche nelle prossime scelte di calciomercato, cercando di non cadere in delle scorciatoie che possono rappresentare pericolose trappole.