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Roma, Petrachi show: silurata a Dzeko, invito a Higuain. E fa un annuncio

Fienga e Petrachi

Il nuovo direttore sportivo della Roma Gianluca Petrachi si presenta ai tifosi giallorossi e fa il punto sulle trattative di calciomercato.

Dopo una lunga attesa per liberarsi dal Torino, Gianluca Petrachi ha finalmente potuto dire sì alla Roma – a cui si è legato fino al 2022 – ed è entusiasta della nuova avventura. Visibilmente emozionato, ha risposto alle domande dei giornalisti presenti nella conferenza stampa di presentazione.

“Sono molto felice di essere arrivato alla Roma. Per me è un onore. Qualsiasi direttore sportivo che faccia il mio lavoro ambisce ad arrivare alla Roma. Voglio comunque ringraziare tutto il popolo granata per i dieci anni di lavoro”.

Risposte mai banali, e la promessa di chiudere un acquisto di calciomercato entro oggi, senza fare nomi.

Quali sono le prime impressioni?

Il centro sportivo di Trigoria lo conoscevo, ci sono stato per trattative passate di calciomercato come Cerci e Iago Falque.

Fonseca?

Sono rimasto molto colpito da Paulo Fonseca. Lo seguivo allo Shakhtar perché volevo portare un calciatore della squadra ucraina al Torino. Si vedeva una squadra corta, aggressiva, recupero palla immediato. Una mentalità che io amo. Posso dire che se avessi avuto un allenatore come Fonseca la mia carriera sarebbe stata probabilmente migliore. Non è però un integralista, Fonseca. Mi è sembrato elastico e la sua determinazione mi ha stregato. Credo che Fonseca possa dare a tutti i tifosi della Roma un’identità ben precisa di come giocherà la squadra. Ci vorrà un po’ di tempo ma sono molto ottimista.

Quali sono le strategie di mercato per alzare l’asticella, per fare sognare i tifosi?

Bisogna essere anche realisti. La Roma è una squadra che deve ripartire con dei principi e con la consapevolezza di cercare calciatori con qualità morali. Non con la pancia piena che vengono a pensare solo al dio denaro. Io voglio scegliere prima gli uomini e poi i calciatori. Ci vuole prima questo messaggio. Sento e leggo di tutti questi pseudo-rifiuti che stanno arrivando. La Roma non è una succursale. Spinazzola ha lasciato la Juventus con entusiasmo per venire qui: è questo che voglio vedere. Lo spirito di squadra l’anno scorso nella Roma si è visto poco. Voglio portare senso di appartenenza e disciplina, prima di tutto. Il tifoso si deve identificare nella squadra.

Conteranno le motivazioni. Per quanto riguarda il centravanti, che futuro avranno Dzeko e Schick? Vi interessa Gonzalo Higuain?

La Roma non può essere ricattata da nessuno. Se qualcuno si alza la mattina e vuole lasciare la Roma si deve presentare con una squadra che lo paga il giusto. Non mi interessa se un calciatore raggiunge l’accordo con un’altra squadra. La Roma è una società che non si fa strozzare da nessuno. Manolas voleva andare via, quindi ho detto a Mino Raiola se mi pagano la clausola va via. Se no sta qui. Il Napoli ha fatto una proposta importante, abbiamo trovato come contropartita tecnica un calciatore che rappresenta un profilo di un ragazzo che viene con tante motivazioni. Ieri Diawara mi ha detto che è disposto a non fare nemmeno un giorno di vacanza. Ecco l’entusiasmo che voglio dai miei calciatori.

L’affare Spinazzola con Luca Pellegrini è l’inizio di un asse con la Juventus? La partenza di Dzeko vi porterà a cercare un grande centravanti come Higuain?

Higuain farebbe molto comodo alla Roma. Ma dipende da Higuain, dalla voglia che avrebbe di venire a giocare alla Roma. Higuain per ritrovarsi non potrebbe trovare un posto migliore della Roma, potrebbe essere un nuovo Batistuta. Ma saranno cose di mercato che vanno valutate più avanti. Io voglio che Dzeko capisca che alla Roma le cose stanno cambiando e poi valuterà se vuole davvero andare via. Se vorrà partire, l’Inter dovrà darci i soldi che chiediamo, niente sconti.

Lei ha un budget per lavorare? Il discorso su Barella: a che punto è la trattativa?

Non sono stato abituato a lavorare con budget con Cairo. Quando ho parlato con il presidente Pallotta mi ha detto che dobbiamo investire sui giovani di prospettiva, che hanno voglia. Con i giovani però c’è bisogno di aspettare. Ho dato dei parametri sui calciatori che voglio portare a Roma, e non mi è stato dato per il momento un limite al budget. Non ho mai preso un calciatore contro il parere di un allenatore. Penso che ci deve essere condivisione. Su Barella sono state dette tante inesattezze. Era molto contento di venire alla Roma prima che io arrivassi, poi so che nell’intermezzo si è perso per strada il discorso e un pochino di tempo. Si è inserita l’Inter che ha fatto la sua proposta al calciatore e Conte lo ha chiamato, è stato molto bravo a convincerlo. Io non ho mai cercato Barella. In realtà è il Cagliari che ha cercato la Roma per prendere il calciatore perché l’Inter lo ha “parcheggiato”. Se poi Barella cambia idea e viene a dirmi che vuole la Roma, se ne può riparlare. Altrimenti per me è un capitolo chiuso.

In questi anni si è parlato molto della figura di Franco Baldini. Lei ha completamente carta bianca? Si è sentito con lui?

Io sono stato contattato da Franco Baldini, come altri direttori sportivi. Io sono stato chiaro con Pallotta: Fienga rimarrà il mio punto di riferimento, le scelte sono condivise da un punto di vista economico, per quanto riguarda la scelta tecnica sono io a prendere la decisione come sempre fatto da quando faccio questo lavoro.

Zaniolo ha entusiasmo di restare a Roma? A che punto è il rinnovo di contratto?

Il finale di stagione non è stato entusiasmante. I calciatori che devono rinnovare il contratto verranno ricontattati dopo che si farà la compagna di rafforzamento. Io sono concreto. Zaniolo deve fare tanta strada, con quindici presenze non può essere già considerato un mito. Deve stare con i piedi per terra, a quest’età si fa presto a perdere il senso della ragione. Nell’ultimo periodo ha perso questi valori, e quando tornerà non dovrò ridimensionarlo, ma dovrà capire dove migliorare e che ancora non ha fatto nulla.

Monchi disse che i tifosi vanno allo stadio non per applaudire i bilanci ma i trofei. Lei cosa vuole?

L’ambizione fa parte del mio carattere. Cercherò in tutti i modi di potere raggiungere qualche obiettivo importante. Oggi non posso dire che vincerò un trofeo. Oggi bisogna ricostruire, creare le fondamenta per fare qualcosa di importante. Il tempo dirà. Io non rispondo a nessuno. Io lavoro e poi il campo è il giudice finale. Non do vantaggi a nessuno. Il più piccolo dei giornalisti deve avere la consapevolezza di essere trattato come il più grande. Sono fatto in questo modo.

Parlando con Fonseca, ha ricevuto richieste su incedibili della rosa attuale? Può aggiornarci sulla vicenda El Shaarawy?

Il mister mi ha dato delle indicazioni, ma non le dico certo a voi. A volte capitano delle situazioni per cui poi vieni smentito. Se il mister ha accettato è perché sa che può fare rendere dei calciatori meglio di quanto hanno fatto l’anno scorso. El Shaarawy a me piacerebbe restasse. C’è la volontà di rinnovargli il contratto ma bisogna anche capire che non si può strafare. Le cifre adeguate ci possono stare, ma non posso assicurargli le cifre che gli hanno promesso in Cina. Altrimenti non trattengo nessuno.

Ci ha parlato di Dzeko e Barella con grande schiettezza. Cosa ha trovato Antonio Conte all’Inter che non ha trovato alla Roma?

Antonio lo conosco da più di 30 anni. Antonio è uno che vuole vincere immediatamente, è arrivato in una dimensione tale che arrivare secondo per lui è una sconfitta. L’Inter ha qualcosa in più in prospettiva per vincere nell’immediato. Qualche piccola ragione l’avrà sul fatto che la Roma deve ricostruire i perni sui quali improntare le prossime stagioni. Vincere a Roma sarebbe valso cinque Scudetti alla Juventus. Antonio non guarda in faccia nessuno quando c’è da vincere, mi è dispiaciuto che non ha accettato, ma siamo contenti della scelta di Fonseca e sarà una grande sorpresa per tutti.

Totti ha dato le dimissioni, ha avuto modo di parlargli? Strootman può tornare alla Roma?

Per Totti mi è dispiaciuto, purtroppo ha fatto una scelta e non posso che accettarla, è un bravo ragazzo mi ha sempre fatto un’ottima impressione anche se da avversario ti dava dispiaceri. Il suo apporto poteva essere un valore aggiunto. Però è andata così. Se vorrà tornare, lo aspetto. Strootman? Si fanno tante valutazioni, alcune escono sulla stampa altre no. C’è stata un’idea ma è molto remota.

De Rossi. Singoli come punto di forza. C’è stato grande dispiacere. Florenzi sarà il capitano di domani? Ci sarà maggiore stabilità nella rosa in futuro?

Non ho parlato con nessun calciatore, solo con Kolarov. Florenzi è il capitano, io voglio i calciatori che con i fatti ma non con le chiacchiere mi fanno capire il senso di appartenenza. Tutti quanti devono pensare così. Se qualcuno fa il fenomeno non ha lunga vita qui. De Rossi è qualcosa a posteriori. Non so se continuerà a giocare: magari un giorno tornerà da allenatore.

Qual è la sua filosofia riguardo gli acquisti e il calciomercato?

Troppi giovani non va bene. A me piacerebbe anche inserire qualche calciatore con esperienza, servono anche per i giovani. Bisogna creare il mix giusto. Io vado per una squadra giovane di gamba. Il calcio è più fisico e meno tecnico. Il calcio è cambiato. Se non sei strutturato ti tritolano. Cerco di impostare la squadra che abbia anche fisicità. L’idea tattica è quella che fa la differenza. Vedi l’Ajax: sapeva quello che doveva fare.

Icardi è un nome da fantamercato o è plausibile?

Icardi è un ottimo attaccante, è un calciatore forte. Non so cosa ne farà l’Inter di Icardi. Non rispondo su queste situazioni di calciomercato.

Francesco Del Vecchio

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