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Conferenza stampa Totti, ecco le dichiarazioni integrali

CONFERENZA STAMPA TOTTI – Tutto pronto al Salone d’Onore del Coni per la conferenza stampa di Francesco Totti. L’ex numero 10 giallorosso esporrà le sue considerazioni e la sua presa di posizione sulla scelta di salutare la Roma.

ASROMALIVE HA SEGUITO L’ L’EVENTO IN TEMPO REALE

“Innanzitutto vorrei ringraziare il presidente Giovanni Malagò per avermi dato la possibilità di essere qui. Alle 12:41 del 17 giugno 2019 ho mandato una mail al CEO della Roma dove scrivo un po’ di frasi per me impensabili. Ho dato le mie dimissioni, speravo che questo giorno non ci fosse, invece è arrivato questo fatidico giorno che per me è stato molto brutto e pesante. Viste le condizioni penso che sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione. Non ho avuto mai la possibilità operativa di poter lavorare sull’area tecnica con la Roma, perciò ho preso una decisione un po’ difficile pensata da tanti mesi. Davanti a tutti ci deve essere la Roma, una squadra da amare, da stargli sempre vicino. Oggi non ci deve essere il pro Totti, il pro Pallotta o il pro Baldini, ci deve essere un unico obiettivo. E’ normale che poi come ho sempre detto, i presidenti passano, gli allenatori passano, i giocatori passano, le bandiere non passano, quelle no. Questo mi ha fatto pensare tanto, e non è stata colpa mia prendere questa decisione. Non so cosa altro dirvi.

Hai mai pensato ‘ma chi me l’ha fatto fa’?
No, perché come ho sempre detto la Roma l’ho messa davanti a tutto, la mia seconda casa se non la prima. Per me prendere questa scelta è stato difficilissimo, perché ho sempre voluto portare ad alti livelli questa società, in giro per il mondo.

Di chi è stata la colpa?
Non è stata colpa mia perché non ho avuto mai la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, il secondo già avevo capito cosa volessi fare e non ci siamo mai trovati, aiutati l’uno con l’altro, anche perché sapevano le mie intenzioni, la mia voglia di poter dare tanto a questa squadra, questa società, ma loro non hanno mai voluto. Mi tenevano fuori da tutto.

Cosa ti senti di dire alla gente rimasta ‘traumatizzata’ dall’addio di Totti dalla Roma?
Io al popolo di Roma posso dire solo grazie, per come mi hanno sempre trattato. C’è sempre stato un reciproco rispetto, sia in campo che fuori. Posso dire che continuerà a tifare questa squadra, è la più importante del mondo. Vederla in questo momento così in difficoltà mi rattrista. I tifosi sono particolarmente diversi dagli altri tifosi. La passione, la voglia, l’amore, è talemente grande che non potrà mai finire. Anche da fuori continuerà a tifare Roma. E’ un arrivederci e non un addio, perché da fuori ti dico che è impossibile tenere ‘Totti fuori dalla Roma’. In questo momento prenderò altre strade, nel momento in cui un’altra proprietà punterà forte su di me, io sarò pronto.

Qualcuno più colpevole di altri?
In questo momento ce ne sono tante di cose che posso fare, sto valutando tranquillamente. Questo mese valuterò tutte le offerte che ci sono sul piatto, e quella che mi farà stare meglio la prenderò con il cuore. Se prendo una decisione sarà definitiva. Non sto qui ad indicare colpa di uno colpa di un altro. E’ stato fatto un percorso, non è stato rispettato e alla fine è stata fatta una scelta.

Quando hai lasciato hai detto ‘mi hanno fatto smettere di giocare’, oggi hai detto ‘mi hanno fatto lasciare la Roma’. Tu ti sentivi pronto a fare il dirigente? Ti hanno promesso qualcosa?
Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi, sul lato dirigenziale avevo un contratto di 6 anni, perciò sono entrato in punta di piedi perché per me era un altro ruolo. Andando avanti col tempo ho capito che sono due cose completamente diverse. Promesse sono state fatte tante, ma alla fine non sono mai state mantenute, per quelle che loro sapevano che io volessi. Con il passare del tempo giudichi, valuti, anche io ho un carattere, una personalità, e non sto lì quello che ogni tanto mi chiedevano di fare, lo facevo per la Roma.

In questi anni si è parlato parecchio di detottizzazione, è un percorso che è iniziato da un paio di anni o da radici più lontane? C’è anche una sorta di deromanizzazione?
E’ stato sempre un pensiero fisso di alcune persone di levare i romani dalla Roma, un pensiero che alla fine è diventato reale. Sono riusciti ad ottenere quello che volevano, anche da 8 anni a questa parte hanno cercato in tutti i modi di poterci mettere da parte, man mano che passavano gli anni, hanno cercato in tutti i modi. Hanno voluto questo e alla fine ci sono riusciti.

Sui rapporti con Franco Baldini
Diciamo che il rapporto non c’è mai stato e mai ci sarà, perché se ho preso questa decisione penso che sia normale che ci siano degli equivoci, dei problemi interni nella società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io perché troppi galli a cantare non servono. Ci sono troppe persone che mettono bocca su tante cose che fanno solo danni, ognuno dovrebbe fare il suo, e sarebbe tutto più facile per tutti. Quando canti da Trigoria non lo senti mai il suono, l’ultima parola spettava sempre a Londra, era inutile fare o dire ciò che pensavi o che volevi dire, perciò era tempo perso.

Come è possibiel che si sia dilapidato in così poco tempo un valore così importante. Che futuro vedi per la Roma calcistica?
Un po’ tutti sappiamo i problemi reali di questa società, soprattutto per il fair play finanziario, vendere i giocatori entro il 30 giugno. Questo pensiero, questa scelta difficiel di vendere giocatori più forti, ed è anche piu facile prendere soldi e tamponare i problemi che ci sono sul fair play, perciò penso che bisogna essere trasparenti soprattutto con i tifosi. Io ho sempre detto ai dirigenti, alla gente bisogna dire la verità, anche se brutta. Quando un anno fa dissi che la Roma sarebbe arrivata quarta o quinta e che la Juventus avrebbe vinto il campionato, mi hanno detto che sono incompetente, che levo i sogni ai giocatori e ai tifosi. Allora se questo la gente vuole, di prendere in giro, è facile, ma quando sei trasparente nessuno ti può dire niente. Io sono abituato a dire la verità, non posso stare qua dentro.

E’ una conferenza contro i fantasmi. Che danno si fa a Roma con una perdita di un personaggio come te?
Per me pesa tantissimo, è pesato tantissimo, perché poi il giocatore trova sempre un alibi, una scusa, perché quando le cose vanno male si dice manca il presidente, il direttore sportivo, il direttore tecnico, questo va a dare problemi alla squadra, crea un danno. Io l’ho detto tante volte, che il presidente deve essere più sul posto, perchè quando vedono il capo, i giocaotri, i direttori, dal primo all’ultimo, sta sull’attenti, inizia a lavorare come dovrebbero lavorare, quando non c’è il capo, iniziano a fare tutti come gli pare, così come in qualsiasi posto.

La Roma ti ha messo nelle condizioni per coprire il ruolo dirigenziale?
Se ho preso questa decisione vuol dire che non ho potuto fare niente, non mi sono sentito parte del progetto, soprattutto nell’area tecnica. Capire un po’ di più rispetto a tante altre persone, soprattutto su un giocatore, ho le basi o l’occhio per guardare diversamente. Non voglio andare a fare altre cose, anche sbagliando, la parola mia è diversa da quella di un altro. La faccia l’ho sempre messa e sempre la metterò.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso?
Ormai il vaso si è riempito, non è stata l’utlima goccia. Tante cose mi hanno fatto pensare, non sono mai stato reso partecipe, solo quando erano in difficoltà mi chiamavano, in due anni avrò fatto 10 riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo. Dopo un po’ il cerchio si stringe e subentra il rispetto verso la persona. Ho cercato in tutti i modi di mettermi a disposizione e di cercare di portare qualcosa in più a questa società, dall’altra parte era diverso il pensiero.

Ultimamente sei stato il miglior testimonial negli Emirati Arabi, c’è una speranza che il Qatar possa mettere mani su questa società?
Si, ho girato spesso vari continenti, soprattutto in queste parti qui. Ci sono tante persone che vorrebbero fare tanti investimenti, fino a che non vedo nero su bianco non ci credo. Quello che posso dire è che la Roma è stimata in tutto il mondo e tutti la vorrebbero prendere.

Tu prima hai detto ‘non è un addio, ma un arrivederci’. Cosa serve per riportarti alla Roma?
Sicuramente serve un’altra proprietà, se mi chiama, se crede nelle mie potenzialità e se crede che io possa fare qualcosa di buono. Sicuramente non ho mai fatto e mai farò del male alla Roma, viene prima di tutto. Questo è un momento tragico, altro che quando ho smesso di giocare, era meglio morire, per il bene di tutti è meglio che mi stacco io. Tanti personaggi, anche all’interno della Roma, hanno detto che fossi troppo ingombrante.

La proposta di Direttore Tecnico ti è stata mai formulata?
Io di soldi non ho mai parlato e non ho mai chiesto niente, ho chiesto di fare il Direttore Tecnico perché penso di avere queste competenze. Ho chiesto di decidere come decidono tutti gli altri, ma se poi fanno l’allenatore, fanno il direttore sportivo e non ti chiamano, e tu passi in secondo piano, che direttore tecnico è? Non sono andato a Londra perché sono stato avvertito due giorni prima. Poi l’allenatore era stato fatto, il ds non lo so, io a Londra che vado a fare? A decidere cosa? Tutte le cose che avete scritto, preciso che l’unico allenatore che ho sentito è stato Antonio Conte. Mihajlovic, De Zerbi, Gattuso, Gasperini, non li ho mai sentiti, mai successo. Ho fatto parlare, ho sentito, tutta fantascienza. Io per stupido non ci passo. Questo è lo 0% di verità. Preciso che l’unico che ho sentito è Fienga, e per questo lo ringrazio, il quale mi ha detto, che se fosse lui il capo, penserebbe subito a me come Direttore Tecnico. l’unico che ci ha messo la faccia. Nessuno degli altri dirigenti mi ha fatto una proposta del genere. L’unico sul quale ho preso una decisione è stato Claudio Ranieri, che altri dirigenti non volevano. Lui sarebbe ventuo anche gratis, è un uomo vero, non abbiamo parlato di niente mi ha detto solo ‘domani sono a Trigoria’.

Se con questa proprietà non ci fosse più Baldini potresti ritornare?
No perché ormai quello che è successo è successo. Se il vaso è rotto, difficile rimettere i cocci al posto giusto. Se avessero voluto fare questa scelta, lo potevano fare prima. Non ho niente contro Baldini e Pallotta, è una scelta che rispetto.

Fienga non poteva essere più incisivo?
Si, Fienga me l’ha detto 3 mesi fa, che mi avrebbe fatto Direttore Tecnico, anche perché dal primo contratto, ma quando vai da un’altra parte e una persona ti mette i bastoni tra le ruote sempre, sempre, non sono stupido. Se io adesso non avessi voluto Fonseca, perché il direttore tecnico è quello che decide o da un parere importante, siccome hanno scelto tutto loro, io non posso andare in conferenza a dire cose a vanvera. Non hanno mai avuto fiducia in me. Io a Fienga ho detto l’unico che può cambiare la Roma è Antonio Conte. Antonio ci aveva dato l’ok, perché l’abbiamo visto e sentito parecchie volte, poi ci sono stati dei problemi perché ha cambiato idea, è stata una decisione mia e di Guido, poi in secondo piano Pallotta l’ha saputo ed era contento.

Quanto pesa quello che è accaduto a Daniele De Rossi?
La risposta è banale, io non ci ho mai messo bocca, quindi mi potrei tirar fuori da questo, potrei dire così. Già da settembre dissi ad alcuni dirigenti, se voi pensate che questo è l’ultimo anno di Daniele, diteglielo subito, non fate come me che gliel’avete detto a due giornate dalla fine, che Daniele è il capitano della Roma, è una bandiera e va rispettata. Tutti mi dicevano si, poi vediamo, il tempo passava, infortuni ed altro, e la cosa si è complicata. Di Francesco, Monchi…ecc. Il problema di Trigoria è che le cose vanno fatte subito, non deve passare il tempo, ci deve essere uno che prende la decisione, non tanti. Con Daniele io ci ho parlato da amico, non da dirigente, gli ho dato un mio parere, guarda al di la’, perché io penso che questo per te è l’ultimo anno, per quello che sentivo non potevo espormi in quanto ero un dirigente della Roma. Il problema infatti è arrivato. Non capisco però se è voluta o perché non ci pensano, perché se è voluta è brutta. Da quello che ho capito era quello che hanno sempre voluto, levare i romani dalla Roma.

Hai fatto un elenco di nomi e di allenatori. Ne hai dimenticato uno molto importante, Sarri. Qualcuno l’ha contattato, come mai non è venuto alla Roma?
Questa è una domanda che dovresti fare a lui, non so quali fossero i suoi obiettivi o le sue valutazioni. So solo che Sarri era un pallino di quella persona che tu stavi dicendo. E’ un grande allenatore che avrebbe fatto comodo se fosse venuto, anche lui era sotto contratto con il Chelsea, però in questo momento stiamo parlando del nulla, parliamo che Fonseca deve trovare un ambiente tranquillo, sereno, la strada percorribile ma senza intoppi, deve essere bravo, la gente già lo stima. Da quello che ho visto è un grande alleantore, che ha fatto bene, e spero che possa fare bene con questa squadra.

Perché Conte e Sarri dicono no alla Roma?
Perché lui non voleva rivoluzioni, voleva dare continuità, cosa che qui non c’è. In questo momento devi prima di tutto vendere e poi fare una squadra dal quarto posto in su, oppure se volete dico per il primo posto.

Verrai quache volta allo Stadio?
In alcune partite si, perché no. Sono tifoso della Roma e lo sarò sempre. Potrebbe anche darsi che vado in Curva Sud, certo la partita non la vedrò, però..mi metto la parrucca. Prendo Daniele e insieme andremo in Curva Sud, se non andrà da un’altra parte.

La proprietà americana avrebbe dovuto fare di più per la Roma? Ha qualcosa da rimproverarsi lei?
Diciamo che Francesco Totti non è che cambiava la Roma, avrebbe dato un contributo alla Roma, quello sicuramente, ci posso mettere la mano sul fuoco. Le promesse sono state fatte tante in questo momento, reali non tante e da tifoso mi dispiace, e da tifoso ho dei sogni, di poter vedere la Roma competere ad alti vertici.

Che cos’è una Roma senza Totti?
Se io fossi presidente della Roma e ho due bandiere come Totti e De Rossi in una società gli darei in mano tutto, per quello che hanno fatto, per il comportamento per rispetto, c’è etica, la romanità, quello che non è stato mai chiesto. Lui si è contornato di persone sbagliate, e tutt’ora lo fa. E’ quello che rimprovero a lui, ascolta solo persone. Se io sbaglio per 8 anni, una domanda me la farò oppure ho altri pensieri? Se tu sbagli 10 interviste, all’11a ci sarà qualcosa di sbagliato? In questo momento non ci sono altre risposte.

C’è qualcuno che ti ha pugnalato dentro Trigoria?
Si, ma non farò mai nomi, però ci sono persone che non vogliono che sto li dentro.

Chi riporta le cose al presidente?
Ci sono delle persone a Trigoria che fanno il male della Roma e non il bene. Pallotta tante cose non le sa, e lui si fida sempre di queste persone, questo è l’errore principale suo. Io che conosco Trigoria come le tasce dei Jeans, conosco tutti gli spostamenti di tutti, dall’usciere al presidente, anzi al vice, so per filo e per segno come va gestita Trigoria, perché ci sono cresciuto li dentro. Quali possono essere i problemi, le risorse, ecc. Come fai ad andare avanti tutti insieme, ad aiutare una società? Ognuno fa il bene di se stesso. A Boston arriverà poi un decimo di quello che accade.

Su Mauro Baldissoni
E’ stato un dirigente della Roma, ha cercato di direzionarmi non lo so dove ma mi ha direzionato. Sotto alcuni punti di vista mi ha aiutato, non ce l’ho con Baldissoni, Mauro fa il vice presidente.

C’è una corrente di pensiero che dice che Totti è cresciuto poco, che cosa rispondi?
Quando io faccio partite di beneficienza, loro sono al corrente di quello che faccio io. Anche per noi è una cosa importante perché porti la Roma nel mondo, tutti sanno quello che faccio. Pure altri dirigenti vanno a fare la settimana bianca, il problema è che non li conosce nessuno. Tutti fanno tutto ma quello è l’ultimo dei problemi, la Roma viene sempre davanti a tutto.

Certi pezzi che sono usciti sulla stampa, in certi tempi, che idea ti sei fatto? Sulla mail
Ci sta, non si può nascondere quello che è uscito. Io mi fido al 100% di Daniele De Rossi, ci metto la mano sul fuoco, che lui non sia stato a dire e a pensare quelle cose.

Siamo tornati al calcio che piaceva a noi, oggi il calcio è molto distante dalle persone mentre tu stai dimostrando che questo è il calcio vero.
Qualcosa mi tengo, perché se qualcuno risponde ho altre cose da dire. Meglio non andare avanti.

Perché non sei riuscito ad avere un rapporto diretto con il presidente Pallotta?
Nell’ultimo periodo ha cercato in tutti i modi di trattenermi, sempre tramite terze persone. Io in due anni non ho mai sentito nessuno, ne Pallotta, ne Baldini, cosa devo pensare? Tu cosa penseresti? Sei ben voluto? Se avessi sbagliato qualcosa, io fossi il presidente avre detto ‘tu sei Totti? Non mi interessa, hai sbagliato”.

Se Pallotta dovesse rimanere per altri 15-20 anni?
Spero che possano vincere sempre quello che hanno detto. Sono 8 anni che dicono che vinciamo e portiamo la Roma in alto per il mondo, speriamo che ci riescono. Oggi sono 18 anni che non vinciamo uno scudetto.

Cosa pensi del sogno di Malagò di diventare un giorno presidente della Roma?
Spero ci possa riuscire, e sono sicuro che mi chiamerà perché tutti dicono che è un mio caro amico, perciò avro un po’ piu di fiducia e potere. Quando dico io una cosa, non va bene. A me non serve stare davanti a tutti, loro si.

Le tue dimissioni secondo te sono state un’ulteriore atto di amore verso la Roma. Ti chiedo in questa opera di detottizzazione e deromanizzazione, che in qualche modo si è conclusa con l’uscita di scena di Daniele e la tua ora, a te ti ha fatto più male essere considerato un freno per questa Roma o il fatto di non aver creduto nelle tue potenzialità da dirigente?
Per quanto mi riguarda sono stato un peso per questa società, perché mi hanno detto che sono un personaggio troppo ingombrante, sia da calciatore che da dirigente. Mi hanno fatto male entrambe.

Pallotta è qui per lo Stadio o per la Roma?
E’ una domanda che dovresti fare a lui. Non ti posso rispondere, quando verrà e dirà le cose sue gliela farete a lui, è personale, non posso entrare nel suo pensiero.

Sulle offerte ricevute
Valuterò alcune offerte, ci sono state alcune offerte da squadre italiane, una stamattina. Io penso tutto in considerazione, perché adesso sono libero.

Direttore tecnico della Juve o del Napoli quindi…
Mo non esagerà, tu già vai oltre, no per rispetto dei tifosi sia della Roma che della Lazio no.

Dove andrò?
Si dice il peccato ma non il peccatore. La Fifa, la Federazione, tante cose le ho sapute leggendo i giornali, di alcuni giocatori, di alcuni dirigenti, perciò pensa che considerazione.

C’è un singolo aspetto per cui si sente di dire grazie a Pallotta?
Grazie perché mi ha fatto rimanere alla Roma, mi ha dato la possibilità di poter lavorare, di poter conoscere un’altra realtà, che io già conoscevo sotto un certo punto di vista. Ho conosciuto tante altre cose che mai avrei pensato, non sputo sul piatto dove ho mangiato, mai. Spero che possa portare la Roma più in alto possibile. Adesso deve essere bravo a riconquistare la fiducia delle gante, e spero che chi è vicino a lui possa dargli indicazioni giuste, non sbagliate.

Perché Pallotta non viene da tanto tempo?
Non lo so perché non ci ho mai parlato, solo una volta, dopo che avrei smesso.

Ti stai immaginando che tipo di effetto avrà questa conferenza?
L’effetto deve essere positivo, da qui deve ripartire il progetto Roma, deve capire realmente quali sono i veri problemi di Trigoria, speravo di dirglielo di persona, non sto qui a puntare il dito contro Pallotta. Lui deve essere bravo da oggi in poi a cambiare registro.

Oggi è il 17 giugno, è una data casuale?
Purtroppo è casuale, non è stata voluta. Non avrei mai pensato dopo 30 anni di Roma e dire ‘ciao Roma’.

Hai sentito Florenzi e Pellegrini?
Florenzi non l’ho sentito, ho sentito Lorenzo, anzi gli ho fatto i complimenti per ieri via Instagram, non ci crede, non ci credeva ma ci crederà, anche perché a lui gli ho promesso tante cose, e spero che queste cose possano avverarsi, perché è un ragazzo speciale, forte, sia in campo che fuori, una persona pulita che può far bene alla Roma. Lui è tifoso della Roma e qualche romano dentro la Roma serve sempre. Vedere a fine partita alcuni giocatori che quando perdono, ridono, questo ti far girare le palle, questo i tifosi non lo sanno. O qualche dirigente che quando perdi è contento, è la realtà, non farò mai i nomi, neanche sotto tortura, è la realtà. La Roma deve essere la Roma, e se ci sono queste persone dentro Trigoria, non vai da nessuna parte. Tutti uniti si può fare qualcosa.

Su Mancini
E’ l’allenatore della Nazionale, sperando che possa fare bene con la Nazionale, anche perché ha una grande squadra. Dovrà essere bravo a portarla sul tetto d’Europa, e io che faccio da ambasciatore proverò a portargli fortuna.

Si sono resi conto di quello che stanno levando alla città di Roma?
Per me non si rendono conto perché non vivono la quotidianità, non vivono il tifoso, le radio, le televisioni, stando qui è totalmente diverso. Loro che stanno dall’altra parte del mondo gli arriva l’1% di quello che succede realmente qui.

Tu oggi sei qui da ex dirigente della Roma, ma nella tua testa c’è già l’idea di un futuro nella Roma
Faccio la conferenza perché ci sono stati dei problemi in questi due anni con alcuni dirigenti. Se dovessi avere la possibilità di tornare con un’altra proprietà sarò un dirigente a 360°, mi dispiace dirlo qui, perché non c’era bisogno. Se loro avessero fatto quello che io avrei chiesto, non mi sarei mai dimesso, anzi.

Tu hai detto ‘ora sono un uomo libero’, ma sei libero da una condizione contrattuale, non da una fede
No era un modo di dire, la fede è quella, non si può cambiare. Ho la possibilità di valutare tutto, ma non farò come altre persone, non mi espongo più di tanto. Rispetto 100% verso la mia tifoseria, e nessuno me lo toglierà il mio popolo e nessuno me l’ha tolto.

C’è una scelta tecnica che avresti sconsigliato?
Non farò nessun nome contro un giocatore, però il primo anno che ho messo, tornavo dalle vacanze, mi hanno chiesto di un giocatore e io risposi che non avrebbe fatto bene alla Roma, il mister Di Francesco ha un sistema di 4-3-3, lui non gioca in quel ruolo, non gioca da tempo, ha avuto tanti infortuni, per me non andrebbe preso, per me, e alcuni dirigenti hanno detto ‘ecco ti pare, sempre contro di noi’ io ho risposto a quello che mi hanno chiesto. Io avrei fatto un’altra scelta e ci avrei azzeccato…è dell’Ajax (riferimento a Ziyech?)

Su Monchi
Non l’ho più sentito.

Su Nainggolan, hai preso posizione tu in qualche modo?
Ho preso posizioni forti, perché la maggior parte dei dirigenti non voleva dare una punizione forti. Le altre società forti, la più forte, non faccio nomi, non fa accadere queste cose. Quando uno sbaglia deve pagare, chi sbaglia paga, può anche essere Messi, dentro lo spogliatoio ci deve essere rispetto reciproco, senza rispetto non si va da nessuna parte.

Nel famoso contratto da dirigente all’epoca con i Sensi, il ruolo era già definitivo?
Si, sempre da direttore tecnico, perché penso che è quello che mi si addice un po’ di più.

Dopo la vittoria della Roma con il Barcellona, si aveva la sensazione che potesse essere l’inizio di una nuova storia, ma anche a Trigoria c’era questa sensazione?
Certo dopo una semifinale di Champions pensi che l’anno successivo saresti dovuto andare in finale, però vendendo giocatori, e non lancio una frecciatina nei confronti di Di Francesco, scelto da Monchi e non da me, dico che Di Francesco aveva chiesto 4 o 5 giocatori e non gliel’hanno mai presi. Le cose si devono sapere, è inutile nascondersi, la verità dopo fa male, non sto difendendo il mister.

Se da domani un qualsiasi calciatore ti chiamasse, ‘devo andare alla Roma’ tu cosa gli diresti?
La verità, quello che c’è in questo momento. Se vieni a Roma è una scelta tua, io ti dico quali sono i problemi e quali cose positive, poi la scelta la fai tu, non sono io che ti dico vieni a Roma che tutto è rose e fiori. Io sono trasparente.

Quali sono le cose belle?
La città, la Roma, il mare la montagna e i tifosi della Roma che so i più belli di tutti.

Michele Spuri

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Michele Spuri

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