Daniele De Rossi bolla come fantascienza l’inchiesta di “Repubblica”: c’è solo da inorridire su quanto riportato nell’articolo.
Sull’edizione odierna del “Corriere dello Sport” vengono riportate le parole di Daniele De Rossi, non in prima persona sotto forma di intervista, ma come “confessione fatta a un amico”.
“Non c’è niente da fare, se non inorridire. Io dovrei rispondere, dovrei fare nomi e cognomi. Ma non serve, non sono il tipo. Ma de che stiamo a parlà, di cosa stiamo parlando?, di che povertà stiamo parlando… Io penso che il dubbio venga soltanto agli sprovveduti. Basti pensare al fatto che se io sono un pezzo di merda, uno che ce l’ha con Francesco, uno che ce l’ha con Baldini o Di Francesco, uno da allontanare, non mi offri il ruolo di vice-amministratore delegato. Non voglio aprire la querelle tra me e la Roma, non l’ho fatto quando si parlava solo di calcio, non lo faccio ora. Stiamo parlando di fantascienza, è una cosa gravissima e io non c‘entro un cazzo, la mail l’ho letta, non c’è un riferimento a me, a me contro Francesco o Di Francesco o Monchi, si parla solo di senatori che non gradiscono certi metodi di allenamento”.