Il direttore sportivo della Roma ha commesso parecchi errori nel corso del calciomercato estivo, e la classifica ne è la conferma più chiara. In estate sono state criticate le cessioni di Alisson, Nainggolan e Strootman, ma per quanto dimostrato dai tre nelle altre squadre finora solo il portiere si sta facendo rimpiangere. A parte un paio di errori, è tra i protagonisti principali del Liverpool che è primo in classifica in Premier League e che rispetto agli anni passati sta subendo pochissimi gol. Il sostituto Olsen a parte l’errore contro il Genoa e qualche incertezza iniziale si sta però comportando tutto sommato molto bene. Nainggolan e Strootman invece al momento vengono considerati dai tifosi di Inter e Marsiglia come dei veri e propri “pacchi” rifilati dai giallorossi.
Gli errori veri sono stati gli acquisti. Troppi i calciatori che non hanno reso come nelle aspettative, Marcano e Pastore su tutti. Inoltre la campagna acquisti fatta da Monchi ha costretto Di Francesco ad abbandonare il 4-3-3 con cui si era tolto parecchie soddisfazioni l’anno passato, per passare al 4-2-3-1 più in linea con le caratteristiche dei calciatori arrivati in estate. Il primo grande errore di Monchi è stato quello di non mettere Di Francesco nelle condizioni di esprimere la sua idea di calcio.
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Ormai non si torna più indietro, e così Monchi dovrà porre rimedio agli errori commessi in estate. Premesso che è impensabile tornare al 4-3-3, servono tre innesti per migliorare la squadra schierata attualmente con il 4-2-3-1.
Un difensore centrale da alternare con Fazio – irriconoscibile rispetto all’anno passato – che sia forte nel gioco aereo ma soprattutto abile a dare il via all’azione, visto che l’unico difetto di Manolas è quello di sbagliare troppi passaggi in avvio di manovra. Poi un centrocampista centrale abile nelle verticalizzazioni. A meno di non volere sbattere fuori Nzonzi, uno degli acquisti più costosi dell’estate, viste le caratteristiche del francese che si limita a passaggi corti e sempre in orizzontale, c’è bisogno di mettergli al fianco un calciatore che si prenda la responsabilità di verticalizzare con continuità anche per premiare gli scatti degli esterni e le sovrapposizioni dei terzini.
Infine un attaccante centrale alternativo a Dzeko, magari un opportunista, capace di risultare determinante anche entrando a partita in corso.
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