Roma, la rivincita di Di Francesco: “Zaniolo? Quando l’ho messo a Madrid hanno detto che non stavo bene”

Di Francesco Roma Genoa
Eusebio Di Francesco @ Getty Images

La Roma torna finalmente a vincere e Di Francesco, che con questi tre punti ha salvato di fatto il suo ruolo di allenatore, si presenta ai microfoni di Sky un po’ più tranquillo rispetto alle ultime volte.

“Questa sera devo fare in complimenti ai ragazzi, che hanno giocato nelle difficoltà e in un ambiente particolare, con delle sensazioni interiori che avevamo tutti. C’era una sorta di contestazione e sappiamo che siamo arrivati a questo anche per nostro demerito. Per i nostri calciatori non era facile. Si vede che siamo una squadra ancora malata, ma abbiamo tirato fuori l’orgoglio e la voglia di prendere i tre punti che sono stati fondamentali. In tante altre cose abbiamo fatto partite sicuramente migliori, ma non abbiamo portato a casa niente”.

Queste le successive domande fatte a Di Francesco e riportate da “Asroma.com”

In campo abbiamo visto un gigante come Zaniolo, che ha corso dall’inizio alla fine.
“È un ragazzo che ho mandato in campo per la prima volta a Madrid e mi hanno detto che non stavo bene. È la dimostrazione che il talento, l’applicazione e la determinazione, caratteristiche che spesso mancano nella squadra, le abbiamo ritrovate in un ragazzino che ha fatto una grande partita, al pari di Bryan Cristante, come tanti altri viste le difficoltà. Tatticamente e tecnicamente ci sono stati tanti errori, ma dal punto di vista emotivo è stata la partita che volevo. Affrontavamo una squadra in salute, con dei giocatori con una gamba importante che capivano di avere davanti una squadra con un po’ di paura. Fa tutto parte del calcio: solo chi ha giocato in questa città può capirlo”.

Ci sono dei giocatori dai quali puoi ripartire?
“Oggi le scelte tattiche sono tate differenti e si legavano a tante situazioni. Io volevo più una prestazione emotiva. Su alcune palle scoperte abbiamo fatto errori, a livello difensivo. Ma io ho cercato di mettere in campo tanta emotività e ho trovato tante risposte positive. Ovviamente dal punto di vista tecnico ci sono state delle lacune, ma è la cosa che mi interessava di meno questa sera”.

I tre ragazzi davanti le sono piaciuti?
“Zaniolo in partenza doveva fungere da trequartista, ma non riusciva a dialogare con facilità con Cengiz e Kluivert anche per poca abitudine perché loro due rimanevano troppo aperti. Ho chiesto ai ragazzi di stare più vicini e poi hanno lavorato meglio, entrando meglio area. Nel secondo tempo ci siamo messi a tre in mezzo al campo, perché non riuscivano ad arrivare bene sulle loro mezzali, i nostri mediani si appiattivano troppo sulla palla e i centrali opposti alla palla facevano fatica ad accorciare. Zaniolo con questo piglio può far tutto, anche se deve migliorare delle scelte quando ha la palla, temporeggiare in delle giocate, ma quando va ad aggredire si vede che ha caratteristiche importanti per giocare a certi livelli. Se pensiamo che siamo la Roma e possiamo permetterci solo di palleggiare non andiamo da nessuna parte. A noi serve questa tempra, questa determinazione, sono contento di vedere certe caratteristiche in un ragazzo di 19 anni, anche se questo non sposta niente perché per me l’età conta relativamente”.


In base a cosa scegli i giocatori in questo momento: qual è la prima caratteristica che guardi per le tue scelte?

“Servivano giocatori liberi di testa. La spigliatezza e la freschezza erano necessarie. Sapevo che con la gamba di Kluivert avremmo messo in difficoltà gli avversari. Avevo solo Schick in panchina come alternativa, mentre in mezzo al campo non avevo scelta. Ho cercato di mettere un giocatore in più dietro, aggressivo come Juan Jesus, perché dovevamo fare una partita dura”.

Schick si è fatto subito ammonire una volta entrato.
“Sì, ma è entrato con la voglia di mettersi al servizio della squadra. Cosa che ha fatto anche in altre occasioni, però gli è mancata la determinazione. Io voglio che da lui faccia l’attaccante, che non si faccia problemi. È sempre un aspetto mentale. Da lui ci aspettiamo tutti qualcosa in più. Io capisco i ragazzi, però, perché ci sono degli uomini in questa squadra che nelle difficoltà vanno aiutati”.

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