Eusebio Di Francesco si è ripreso la Roma. Sette vittorie, due pareggi e una sola sconfitta nelle ultime dieci giornate con ottavi di finale di Champions League ipotecati e la possibilità contro il Real Madrid di giocarsi il primo posto nel girone. Le voci di un possibile esonero sembrano ormai un ricordo lontano. Eppure Di Francesco per mettere a posto le cose ha dovuto mettere da parte il suo credo di gioco, il 4-3-3, per passare al 4-2-3-1 e sfruttare le caratteristiche dei calciatori a disposizione.
Presente ieri a Coverciano alla cerimonia di consegna della “Panchina d’oro”, ha parlato del momento della sua Roma. Parole riportate dal “Corriere dello Sport” oggi in edicola.
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Un passaggio importante è quello relativo al Var. «Il VAR migliore è quello che viene utilizzato. A Roma, al di là se avesse dovuto dare o meno il rigore, da una parte e dell’altra, è l’arbitro che è andato a guardare, su ottimo consiglio di chi stava su al VAR. Ritengo che alla fine la decisone la debba prendere l’arbitro in campo. La tecnologia ci è d’aiuto se viene utilizzata. E io, quella parolina “evidente” dal protocollo la toglierei».
Su Cristante, Schick e Lorenzo Pellegrini
Due parole anche sui calciatori che hanno permesso alla Roma di accelerare: “Cristante è cresciuto nelle ultime due gare, doveva assimilare l’abilità di giocare da mediano, cosa che non faceva da tempo. Nell’Atalanta aveva più riferimenti. Ha grande continuità di corsa, ottima condizione e predisposizione al sacrificio. In quel ruolo, non è poco. Schick è ripartito, non si deve fermare, deve continuare a lavorare in allenamento. Sono contento che si sia sbloccato, per un attaccante è vitale magari anche solo una rete. Lorenzo Pellegrini nel primo anno alla Roma ha avuto qualche difficoltà, s’è sbloccato, può essere fondamentale per noi
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