Inizia la seconda settimana di ritiro della Roma. E a presentarsi davanti alle telecamere di Roma Tv è stato il capitano Daniele De Rossi.
Sei ormai uno dei calciatori più esperti in questa Roma.
Mi fa sentire vecchio il fatto che Bianda è del 2000, Riccardi è del 2001 e mia figlia è del 2005. Anche in un semplice contrasto in allenamento in cui non si dovrebbe guardare in faccia a nessuno, bisogna stare attenti a chi si ha davanti. Anche a una parola detta a un compagno di 25 anni, bisogna dirla in maniera diversa a un ragazzo di 18 o 19 anni.
Diciotto anni di ritiri. Quale sensazione prevale?
Il ritiro, le corse, lo stare lontano dalla famiglia non fanno mai tanto piacere, ma più invecchi e più cerco di godermela perché ti rendi conto di essere vicino alla fine. Stai facendo il lavoro che ami, ti godi ogni singolo minuto, cerco di entrarci sempre più dentro e lavori anche meglio. Tante volte da giovani ti perdi in qualche ora alla Playstation – che poi va bene pure perché serve anche quello -, poi con i social e i biliardi. Noi “vecchietti” invece stiamo attenti a tutto.
È cambiato qualcosa in questi ultimi due anni e mezzo?
Ci sono stati più momenti in questi ultimi anni che mi hanno cambiato. L’incontro con Conte in particolere in nazionale per le motivazioni e la preparazione atletica, è uno che ti dice le cose in faccia e questo mi ha aiutato. Ti fa rendere conto che stai calando o che sarei calato in futuro: inizi allora a lavorare in maniera diversa, e ti piace ancora di più quello che fai, quello che diventi. A 34 anni non è detto che debba andare più piano degli altri. Lebron James è un campione assoluto, non posso paragonarmi ai suoi livelli, ma per esempio fa dei campionati migliori adesso rispetto a quelli che faceva a 25 anni: se lo puoi fare lui che è un campione, posso farlo anche io.
Il riscaldamento è importante?
È la cosa più importante. Quando ero giovane entravo in campo e tiravo delle bombe a freddo. Adesso a partire dalle 7 faccio il riscaldamento, poi attivazione: sembra un altro sport. Anche a 25 anni sarei stato meglio con questo allenamento. Con i social vediamo gli atleti americani che fanno tanta prevenzione: tutti lavori importanti, e i giovani che li scimmiottano quanto meno fanno una cosa positiva.
Questo è un ritiro diverso dagli ultimi
Situazione migliorata nettamente, anche se l’anno scorso poi abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Il mister ha avuto il giusto tempo per farsi capire e quest’anno ripetiamo molte delle cose che abbiamo fatto l’anno scorso, perché tanti calciatori sono nuovi. È un bene che si inizi oggi tutti insieme, con il grosso del gruppo. Non ce ne vogliano gli amici del nord Italia, stare qui è un miracolo. Qui abbiamo tutti gli strumenti che utilizziamo nel corso dell’anno, compresa la camera. Per noi è incredibilmente bello stare qui: il viaggio in America è affascinante, conosci nuove città, ma fosse per noi faremmo un mese a Trigoria.
Si è parlato tanto di Cristiano Ronaldo alla Juventus. Qual è il tuo parere?
È un beneficio per il calcio italiano ma soprattutto per la Juventus che l’ha preso. Ambiscono a vincere qualcosa di più in alto. Vincere sette scudetti significa fare le cose per bene, ma significa che in qualche modo un pochino l’hanno già ammazzato il campionato perchè a volte con più fatica a volte con meno sono comunque sempre riusciti a essere migliore degli altri. Comprare il giocatore considerato il migliore o al limite il secondo più forte del mondo significa che stanno puntando a qualcosa di più. Partono due o tre piedi avanti agli altri perché è una squadra che ha il vantaggio di essere più forte e l’ha dimostrato, con questo giocatore vogliono puntare a vincere la Champions magari dando per scontato il campionato. Ma non è scritto che vinceranno la Champions League e posso dire che non è scritto che vinceranno la Serie A.
Che effetto ti hanno fatto i nuovi acquisti?
Mi piace tantissimo Pastore, sono molto amico di Sirigu e Verratti, ho sempre sentito parlare bene di Pastore. Si tratta di un ragazzo educato è un piacere condividere lo spogliatoio con lui. Ricordiamo quanto è forte: avrà bisogno di un po’ di tempo per riprendere un ritmo diverso, il ritmo italiano. Al PSG è tutto bello, ammazzano veramente il campionato, ma questo potrebbe essere un po’ meno allenante e i ritmi di allenamento e partita possono abbassarsi. Dovrà essere bravo a riprendere una parvenza di atleticità rispetto al campionato italiano.
Quanto è complicato per un giocatore così passare da un calcio basato sul possesso a uno sulle verticalizzazioni?
Cambia tanto, sembra una sciocchezza ma cambia. C’è tanta ricerca della profondità e del verticale con il mister. Nel fare la profondità c’è tanto rischio di sbagliare e di essere in affanno, ma non è così: lo capisci e sta alla qualità del giocatore capire quando c’è da forzare la giocata.
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